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Amore senza limite di Jay Crownover Recensione

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Buongiorno! Grazie alla HarperCollinsItalia ho letto Amore senza limite  di Jay Crownover, un romanzo pieno di emozioni dove il punto focale è la sostanziale differenza tra i protagonisti. E' naturalmente una storia d'amore dove la passione e l'attrazione sono molto forti ma non mancano gli aspetti più crudi e realistici della vita come i problemi familiari e gli abusi.


Titolo: Amore senza limite
Autore: Jay Crownover
Editore: HarperCollinsItalia
Genere: Contemporary Romance
Pagine: 330
Prezzo: 16,00
Uscita:  Giugno 2016
Sayer Cole e Zeb Fuller non potrebbero essere più diversi tra loro. Lei è un tipo da country club e ristoranti esclusivi, lui ha un passato da galeotto; lei passa le sue giornate a dibattere in tribunale, lui si sporca le mani nella sua impresa edile; lei è pura seta, lui è ruvido denim. Eppure, non appena Zeb posa gli occhi su quella bionda regina di ghiaccio, decide che deve averla a qualsiasi costo. Nonostante l'evidente attrazione reciproca, Sayer però respinge ogni tentativo di seduzione, incapace di credere che un uomo così istintivo e virile possa interessarsi a una maniaca del controllo come lei. Ma quando Zeb ha bisogno della sua abilità di avvocato per sciogliere un nodo doloroso del passato, Sayer accetta di aiutarlo. E mentre lottano insieme in una battaglia che coinvolge il loro futuro e molto di più, lei capisce che solo il calore di quell'uomo potrà sciogliere la gelida gabbia che la tiene prigioniera.















Amore senza limiteè un romanzo pieno di emozioni ma anche di contrasti fulminanti che non fanno altro che mettere ancora di più in evidenza quanto possano essere forti e vivide le differenze tra due persone.

Sayer e Zeb sono una donna e un uomo totalmente agli antipodi. Non esiste qualcosa di più diverso dei loro caratteri e soprattutto del loro aspetto fisico.
Sayer è una donna tutto ghiaccio e controllo. Un avvocato che tenta di vivere la propria vita mettendosi al riparo da qualsiasi emozione. Una donna bella, sensuale, elegante, raffinata ma fredda, di quella freddezza che purtroppo genera soltanto muri molto alti e difficili da abbattere.

Zeb è l’altra faccia della medaglia. Un uomo che ha passato due anni in carcere, che una volta uscito dalla prigione ha dovuto ricostruire se stesso e tutta la sua vita cercando di trovare un equilibrio e soprattutto tentando di gestire la sua rabbia. Adesso è un talentuoso ristrutturatore di case e un uomo dall’aspetto estremamente virile e affascinante.
Io vedevo benissimo quello che c'era dietro la perfetta facciata che le piaceva mostrare al mondo, e non era nulla di spaventoso. Qualche segno di logoramento, anche se riguardava il cuore e l'anima di una persona, non era un motivo sufficiente per allontanarmi da quello che poteva essere il progetto di restauro più importante della mia vita.
Mentre Sayer è bionda, eterea, sinuosa e delicata, Zeb è muscoloso, alto, con tutto il corpo completamente coperto di tatuaggi e una barba che non lascia spazio ad equivoci: è un uomo rude e passionale, tutto il contrario di Sayer.
Dunque come potranno due creature simili entrare in contatto senza scontrarsi?

Ed è sullo scontro che l’autrice punta tutta la sua storia. Uno scontro che lentamente si trasforma in punto d’incontro e poi decisamente in qualcos’altro.
I due si conoscono perché a Zeb viene affidato l’incarico di ristrutturare la casa di Sayer e per lui è subito colpo di fulmine. Non è soltanto attratto dalla bellezza e dal fascino incondizionato della donna, innegabile ai più, ma dalla sua aurea di silenzio e di solitudine, da quel distacco e lontananza che sembra aver forgiato le sue membra e i suoi occhi per sempre.
Se vuoi essere il robot privo di emozioni che hai dovuto diventare per sopravvivere a tuo padre e alla morte di tua madre, è una scelta che fai pur sapendo che esistono altre opzioni. È una scelta che fai quando invece potresti scegliere me, scegliere noi. Lo so che è un rischio, ma è un rischio che correremmo insieme. Io ti amo e tu lo sai. Che cosa fare di questo è sempre

Ma Zeb non ci sta. E’ un uomo caparbio, determinato e cerca in tutti i modi di conquistare l’interesse di Sayer perché vuole conoscerla, vuole capire, vuole scoprire cosa si cela di così segreto e misterioso dietro quella maschera di ghiaccio.
Non sa che anche Sayer è rimasta folgorata dalla sua presenza, dalla sua forza e dal suo carattere, così diverso dal suo. Nonostante l’innegabile differenza che intercorre tra i due, neanche lei può negare quell’attrazione scintillante e prolifera che si avverte quando sono l’uno accanto all’altra. Un’attrazione che apparentemente la donna cerca di soffocare a tutti i costi ma che nelle sue notti in completa solitudine, riaffiora, agganciandola a quella figura piena di calore e passione.

Cover originale
Zeb è un uomo dal quale è difficile sfuggire, lasciando perdere il suo passato che lo ha costretto alla prigione per aver difeso la sorella picchiata dal marito, è un personaggio pieno di dolcezza e di amore. Ha conosciuto cosa significa la famiglia e il vero affetto e cercherà in tutti i modi di trasmetterlo a Sayer, cercando prima di tutto il suo aiuto.
Non ho trovato nient’altro da mettermi. Non ho vestiti che posso rovinare, perché io non mi sporco mai. Su questo si sbagliava. Stava per sporcarsi in tanti modi diversi, e non solo di vernice.
Infatti un’ombra dal passato arriva a tormentarlo e ha bisogno di essere sostenuto da un avvocato come lei. La donna non si tira indietro e nonostante la sua terrificante paura di lasciarsi andare e lasciarsi prendere da una passione e un sentimento che sa potrebbero ferirla, decide senza indugio di aiutarlo come meglio sa fare.
Sayer ha un passato rigido e controllato. Un padre che le ha inferto violenza psicologica sin da quando era bambina, marchiando la sua mente ed il suo cuore di paura e tristezza. La madre è morta troppo presto per sostenerla e lei si è ritrovata con tutto il peso di quegli abusi addosso.
Sayer non sa in che modo iniziare ad amare, non sa come si faccia a lasciarsi andare, come sia possibile toccare senza fare del male.
Zeb ha un cuore grande, è generoso e vuole amarla a tutti i costi, vuole proteggerla e farla sua, mostrandole la strada per il proprio cuore, insegnandole però prima ad aprire il suo.
Lo stile dell’autrice è capace di dare voce ai pensieri più reconditi, alle paure più nascoste e a creare una storia in cui le parole sono la voce dell’anima. Due anime di due persone completamente diverse, che però sono assurdamente simili. Due anime coraggiose, due anime che devono cercarsi e poi trovarsi finalmente nella più assoluta consapevolezza.

Jay Crownoverè bravissima a raccontare momenti intimi e personali e scene ad alto tasso erotico senza mai perdere quella scia languida e sognante che solo scene delicate e sensuali sono capaci di lasciarti addosso.
Amore senza limiteè una storia che consiglio a tutti. A chi ama romanzi in cui si affrontano i problemi della vita senza abbattersi, nei quali anche le persone più diverse possono incastrarsi e dove l’amore diventa fonte di speranza ma anche una bevanda che disseta il piacere della vita.


Petali di serie tv: In viaggio con Gomorra, perchè "nun può stà senza pensier'."

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Gomorra, la serie televisiva diventata cult, venduta in 50 paesi, giunta al finale della seconda stagione, lascia polvere e morte dietro di sé e soprattutto tanta sorpresa. Gomorra nasce dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano ma nasce anche da una città che si porta addosso le cicatrici e le ferite di un nome che basta a se stesso e che non ha bisogno di altro, un nome che equivale al miracolo tanto quanto al peccato.

Napoli, oscura e lucente città che abbraccia nella sua palpabile bramosia di regina incondizionata della malavita, una miriade di luoghi, anfratti, piazze e vichi solitari dai quali sbucano i personaggi più impensabili, ricoperti di odio, di rancore e di sangue. Napoli, imperiosa e leggendaria, madre abbagliante e ricercata, si finge condottiera di una storia che valica i confini stessi della sua natura per andare ad accogliere dentro le sue mura, altri paesi, altre città, altre trame.

Non è più solo Scampia, non è Ponticelli, non è Castel Volturno o Nola, non è più la strada e la piazza spigolosa e violacea così come i volti dei drogati che la popolano e la immortalano di notte e di giorno. Non è più una storiella, non è più soltanto una leggenda, adesso Napoli diventa grande, viaggia oltre le piccole strade della sua provincia, si inguanta e si abbellisce, si trucca e si prostituisce perché è pronta per incontrare l’Europa e il Sud America, il grande viaggio fisico e metaforico che la porterà oltre il suo stesso inferno.


Ed ecco che i personaggi di Gomorra si muovono, vagano, fatti di carne ed ossa ma restano pur sempre fantasmi di un’ideologia che cade a pezzi. Si incontrano e si allontanano, si beffano e si oltraggiano in nuove terre e strani paradisi nati per nascondere, salvare, immolare vecchie e nuove creature. La Germania, con Dusseldorfdiventa il luogo in cui il boss, Pietro Savastano, si nasconderà, dopo l’evasione dal carcere in attesa di tornare. Poi la Francia con Montecarlo e la Spagna con la meravigliosa Barcellona, dove l’antagonista principale, Salvatore Conte, vive e acquista lentamente maggiore potere. L’Honduras, luogo di trasformazione e di mutazione per uno dei personaggi più interessanti dell’intera storia: Gennaro Savastano, il figlio del boss. Lui, che nella prima serie, vive succube del padre, e che soltanto grazie alla madre Imma, cresce e si fortifica, subendo un cambiamento che segnerà per sempre le sorti di tutta la vicenda. Lui che aveva paura persino a sparare, torna cambiato, torna per combattere. Ma l’attesa è uno degli elementi principali di questa serie. Molti attendono, mentre altri, ahimè, agiscono, e non sempre lo fanno agganciando la vittoria.


Il potere scivola sinuoso, insinuandosi tra le crepe della malavita, andando a fare gola a chiunque, a chi il potere già ce l’ha come la famiglia Savastano e a chi vuole rubarlo come Ciro Di Marzio. Nessuno vuole cedere, tutti cercano di prevalere e la Camorra si allarga, con uno sguardo da vecchia puttana coscienziosa ma spavalda, allunga le sue molli braccia verso l’Italia ed ecco che appaiono chiaramente i legami tra Napoli e Milano, senza dimenticareRoma, centro nevralgico di un potere economico senza precedenti, con le sue zone industriali e il suo malinconico Lido di Ostia. Scene scarnificate che mostrano come nel Sistema non esista nessun legame che possa essere salvato, non esiste protezione perché è inesorabile che nella coscienza di questa gente ci sia il nulla più abissale. Gennaro ricostruisce il suo personaggio partendo da zero. E lo fa ingraziandosi uno dei protagonisti di spicco del sistema romano, apprendendo da lui tutte le logiche possibili per imparare ad usare la testa. E la userà talmente bene poi, che sposerà la figlia dell’uomo che lo renderà l’ultimo superstite della famiglia Savastano.



Il sangue… Oh… Il sangue. Quanto conta il sangue? Pietro soleva ripetere che Gennaro, nonostante tutto, era suo figlio e quel figlio, alla fine di tutto, che cosa ha fatto per il padre?

“Noi dobbiamo essere i padroni del nostro futuro.” Queste sono le parole chiave di un’intera stagione che stravolge ed avvolge con brividi e follia una saga che non smette di incuriosire e di tormentare.

CONTINUA A LEGGERE SU  L'UNDICI.

Un certo tipo di tristezza di Sara Gavioli Recensione + Intervista!

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Buonasera cari lettori! La recensione di questa sera è dedicata a Un certo tipo di tristezza, romanzo di Sara Gavioli, dallo stile fluido e scorrevole, con una trama eccezionalmente introspettiva ma anche misteriosa. Una lettura diversa per chi ama le storie che spingono alla riflessione e a guardarsi dentro.


Titolo: Un certo tipo di tristezza
Autore: Sara Gavioli
Editore: Inspired Digital Publishing
Genere: Romanzo
Pagine: 350
Prezzo: eBook 1,99
Uscita: Febbraio 2016
Link acquisto 


TRAMA


Convinta che il mondo lì fuori la rifiuti, Anna decide di chiudersi in una tana fatta di incertezze e fragilità. Un giorno, però, un'opportunità inaspettata la trascina in quello che impara a considerare il suo ambiente naturale: una casa isolata in montagna, con accanto un paesino in cui ogni persona ha una storia. Sarà in particolare una di queste storie, sigillata fra le pagine di vecchi diari ingialliti, che la porterà ad interrompere la sua staticità, le sue incessanti riflessioni ed i suoi dubbi ed incertezze, spronandola a reagire per cominciare, finalmente, a camminare con le proprie gambe.














Un certo tipo di tristezzaè un romanzo di formazione con una specifica forma narrativa che abbraccia quella del diario interiore e del racconto introspettivo principalmente incentrato sulla dimensione personale della protagonista e di ciò che vive all’interno dei suoi pensieri.

Annaè una ragazza come tante altre, senza un lavoro e con due genitori che tentano nel limite delle loro possibilità di sostenerla e di infonderle coraggio e speranza per affrontare un futuro incerto e traballante. E’ una ragazza in cui è facile rispecchiarsi a causa delle difficoltà nel trovare un lavoro, nella gestione dei rapporti personali e nell’inserimento all’interno di una società dove i vincenti continuano ad essere sfavillanti pagliacci. Ma Anna non è un pagliaccio, ad Anna non piacciono le vetrine, non le piace specchiarsi, non è una di quelle donne pronte a vendersi, lei vorrebbe soltanto avere una possibilità di affermazione senza dover per forza snaturare se stessa. Come non comprendere questa sua volontà?
Se dici di essere strano, visto che è il modo in cui ti definiscono, la gente risponde che lo siamo tutti. Bugiardi.
L’occasione di riscatto arriva quando le viene offerta la possibilità di fare da custode ad una casa che si trova in montagna, un tempo dimora di una donna di nome Rachele che adesso è morta. E’ la nipote, di nome Isabella, che Anna incontra e con la quale stabilisce i termini di quell’accordo di custodia che dura soltanto pochi mesi. Meglio di niente, vi pare? Ecco allora che la nostra Anna, con tutto il bagaglio della sua solitudine e dell’imperturbabile incertezza, si trasferisce in montagna in un paesino con pochissimi abitanti per mettere piede in una casa piena di ricordi e di fantasmi.
Ero Belle e stavo per essere rinchiusa nel castello. Speravo solo che la Bestia, stavolta, si trasformasse in un principe meno brutto. Doveva esserci la fregatura, lo sentivo.
L’incarico sembra facile, in fondo deve occuparsi di un appartamento dove in realtà non c’è nessuno che potrebbe intralciare il suo lavoro. Tutto fila liscio finchè non trova una serie infinita di diari scritti da Rachele dove viene spiegato dalla stessa donna, per filo e per segno, tutti i momenti passati in quella casa. Attraverso quelle letture fatte di giorno e di notte, nel più assoluto silenzio e senso di abbandono, Anna scoprirà un’esistenza molto simile alla sua, piena di nostalgia, di malinconia, di senso di insoddisfazione perenne che vanno ad ombreggiare in modo eterno e costante anche la più eccitante delle esperienze. Rachele viveva chiusa in casa, con i libri e i diari a tenerle compagnia, con le visite di un uomo misterioso e poi l’arrivo di una bambina, sia figlia, di nome Diletta, ossia la madre di Isabella. Tanto rammarico, rabbia velata, sentimenti tristi e racchiusi in bozzoli di tormento macchiano le pagine di quei racconti che Anna sente sempre più vicini e palpabili.
Volevo tornare nella mia piccola prigione, a lamentarmi di quanto nessuno vedesse il mio valore.
La donna arriva a scoprire cose che non dovrebbe e il suo incarico per un attimo cambia. Cambia nel momento in cui conoscerà Rachele e affronterà il passato ed il presente di quella donna come se fossero i suoi perché è attraverso la conoscenza di quell’esistenza così strana ed incompleta che Anna guarderà dritto in faccia la sua di vita, e la guarderà così tanto da decidersi finalmente a cambiarla.

Una ventata di cambiamento e di consapevolezza le arriva anche dalla presenza ambigua di Lidia, una donna che vive nel paese e con la quale stringe un’amicizia quasi incredibile, talmente incredibile da definirla entrambe finta. Eppure, tra alti e bassi, scontri e consapevolezze, le due ragazze stringono un legame che sopravvive e che aiuta la protagonista a vedersi per quello che è e a guardarsi dentro non più come aveva fatto in passato senza muovere un dito ma questa volta con la certezza di voler mutare.
Di certo non sarei mai diventata una persona vera. Era inutile. La società era un cubo blindato e nero, che mi limitavo a guardare con disapprovazione.
Lo stile di Sara Gavioliè corretto, privo di errori, semplice ma approfondito. La sua scrittura è lineare e segue i processi mentali di Anna, immergendo il lettore in modo completo ed esaustivo all’interno dei suoi pensieri che sono talmente fitti e spesso taglienti, crudi e sinceri che rischiano di far affogare chi legge.

Uno scenario nevoso ed inquietante accompagna un’atmosfera da film, molto introspettiva, misteriosa, claudicante. La stessa Anna è malata, malata di solitudine e di tristezza, malata nella sua chiusura ed introversione. Ma Un certo tipo di tristezza non è una storia che attacca questi aspetti, anzi. E’ da essi che parte per mostrare altro, molto altro che è possibile raggiungere anche quando ci si sente chiusi e refrattari, quasi indifferenti ai colori del mondo.
Una scrittura matura, piena di coscienza e che propone un percorso definito con un inizio e una fine che passano attraverso la formazione, la scelta, il coraggio e la speranza. Tematiche importanti come la famiglia, il lavoro, la disoccupazione, l’amicizia, la voglia di cambiare che al giorno d’oggi sono aspetti fondamentali che ci riguardano tutti allo stesso modo.
E’ così questo paesino, mia cara. Se finisci qui, vuol dire che hai qualcosa da nascondere.
Sara Gavioli propone un romanzo che non è come le tante letture di cui abbondano le librerie e gli store on line in questo momento. E’ una lettura per gli animi più inquieti, per quelli che amano riflettere e perdersi nei meandri della mente. Per chi ama le storie con qualche mistero da risolvere e per chi si sente esattamente come Anna, un po’ fuori dal mondo, un po’ senza direzione, a metà tra la voglia di restare e quella di andare. Per tutte quelle persone come lei e come me, che cercano ancora il dove della loro esistenza.





Salve Sara, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuta!



1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

Ho sempre scritto. Quando non lo faccio, mi manca. Diciamo che fino a tre anni fa mi dilettavo nelle prime prove che fa qualsiasi aspirante: racconti brevi, poesie, incipit che abbandonavo dopo poco tempo. Alla fine mi sono lanciata nell’impresa di scrivere un romanzo, e devo dire che da questa esperienza ho imparato tantissimo. Di certo, nel campo della scrittura non si smette mai di imparare. Ecco: per me, scrivere significa crescere.


2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Attraverso il confronto con i lettori, mi sto rendendo conto che parecchi si rivedono nella mia protagonista. Non solo ragazze della sua età, ma anche uomini e persone più giovani o più anziane. Questo è importante, per me: ho parlato di come ci si sente nello stare al mondo oggi. Anna è un tipo un po’ strano, forse troppo introverso, ma tutti prima o poi sperimentiamo quel senso di inadeguatezza che la caratterizza. I lettori la capiscono, anche se ogni tanto vien voglia di prenderla a schiaffi.
L’ho scritto, di base, perché mi andava di parlare della mia generazione. E perché, diciamolo, chi non vorrebbe fare da custode a una casa isolata in mezzo alla neve?


4 – Un certo tipo di tristezza. Perché questo titolo?

Anna è una ragazza come tutte: ha molti pregi, viene lodata per diversi motivi, è in gamba. Eppure si sente inadatta a qualsiasi cosa. Quello che le manca, di fatto, è il coraggio di mettersi in gioco davvero. Passa tutto il tempo a lamentarsi di come il mondo non le offra nessuna opportunità, e intanto si nasconde in casa evitando ogni tipo di contatto. Come potrebbe aiutarla, il mondo, se lei lo rifiuta? Credo che questo paradosso sia tipico dei nostri giorni: ci lamentiamo, però a lottare non proviamo nemmeno. La tristezza di Anna, quindi, è colpa sua e non lo è allo stesso tempo: è vero che vive in una società strozzata da una competizione assurda, in cui devi inventarti le skill giuste da elencare sul curriculum; è vero anche, però, che non le manca nulla e le basterebbe darsi una mossa.

5 – Le atmosfere del romanzo sono velate, nebulose, molto riflessive. L’interiorità spicca in modo incondizionato. A cosa si è ispirata per scriverlo?

Ho cercato di trasmettere l’atmosfera che amo trovare in ciò che leggo. In fondo, si scrive sempre quel che si vorrebbe leggere. Ho un vero e proprio fetish per quell’aria un po’ vintage, un po’ malinconica e stinta delle vecchie fotografie, dei vecchi bauli, delle lettere e dei diari scritti a mano.


6 – Se dovesse associare il suo romanzo ad un odore, cosa sceglierebbe?

Quello fresco e pungente che c’è nei posti pieni di neve, al mattino.


7 – Chi è Sara Gavioli nella vita di tutti i giorni?

Una ragazza che sogna di diventare un’eccentrica vecchietta e di vivere in una casa piena di gatti, con vestiti a fiori e un bastone da passeggio. Visto che devo proprio attendere, nel frattempo studio seguendo corsi di editoria e lavoro come editor freelance curando le storie degli altri. Scrivo ancora, anche troppo.


8 – Perché i lettori dovrebbero leggere Un certo tipo di tristezza?

Per ritrovarsi in qualcosa di diverso dal solito, e fermarsi un po’ a pensarci sopra.

Verso la luce di Simona Fagiolini Recensione + Intervista!

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Buongiorno! La recensione di oggi riguarda Verso la lucedi Simona Fagiolini.Una storia realistica e piacevole dove emergono i sentimenti e le emozioni più sincere. Di seguito anche l'intervista all'autrice!



Titolo: Verso la luce
Autore: Simona Fagiolini
Editore: Selfpublishing
Genere: Romanzo rosa
Pagine: 193
Prezzo: 0,99
Uscita: 2016
Eva Neri, dopo la morte del padre e un tentato suicidio in adolescenza, decide di lasciare la Toscana per frequentare la Facoltà di Lettere di Torino insieme alle amiche del cuore. La madre, che si è risposata con un noto stilista spagnolo e attualmente vive a Cordoba, si rifiuta di lasciarla in un appartamento con le amiche a l’affida alle cure di una sua cara amica che lavora come colf, presso la villa di uno scrittore famoso, Giulio Martini. Eva ne è una grande ammiratrice e spera che, lavorando a contatto con lui come assistente, l’aiuti a gettare le basi per realizzare il suo sogno di diventare scrittrice. Ma l’incontro con Giulio non è esattamente come Eva l’aveva immaginato. Certo, Giulio è un uomo bellissimo e affascinante ma anche burbero e scontroso, chiuso in se stesso e le fa capire chiaramente che non la vuole tra i piedi. La vita di Giulio dopo la morte della moglie è divenuta molto solitaria, le uniche persone che frequenta sono l’amico psicologo Luca Agretti, con il quale però ha un rapporto conflittuale e la cognata Silvia, che è rimasta molto legata a lui anche dopo la morte della sorella. Ma Eva è testarda e vuole farsi apprezzare e rendersi utile e Giulio comincia, suo malgrado, a gradire la sua compagnia e scopre che Eva è anche un’ottima scrittrice, anche se intuisce che c’è qualcosa che la tormenta, impedendole di esprimersi completamente nei suoi libri. I due cominciano a conoscersi scoprendo di avere molte cose in comune, ma anche altrettante ombre che minano il loro rapporto e che non riescono ad affrontare.













Verso la luceè una storia molto vicina alle esperienze della quotidianità, permeata di realismo e di sentimenti. La protagonista, di nome Eva, è una ragazza che in passato ha tentato il suicidio e che adesso si ritrova a fare i conti con un’esistenza di cui non vede alcuna direzione plausibile e che la soddisfi a pieno. Sogna di diventare una scrittrice e ha un romanzo nel cassetto che desidera pubblicare. La svolta arriva quando grazie alla madre, inizia a lavorare presso la villa di Giulio Martini, uno degli scrittori più affermati del momento. Un luogo ed un uomo estremamente misteriosi che inizialmente la mettono a disagio a causa della chiusura dello scrittore nei confronti di qualsiasi tipo di rapporto con lei. L’uomo ha perso la moglie e adesso vive in una bolla di solitudine dimostrando un carattere alquanto impossibile da sopportare per superiorità ed arroganza.
Qui vive Giulio Martini, lo scrittore. Mio padre ha letto tutti i suoi libri, lo adorava, i suoi libri andavano a ruba in libreria. Mio padre diceva: «questo ragazzo ha l’oro al posto dei neuroni».
I primi giorni di convivenza sono quelli più difficili. Eva tenterà di costruire in qualche modo un rapporto con l’uomo verso cui si sente fortemente attratta nonostante gli anni di differenza. Eva ha le sue amicizie, i suoi svaghi ma l’ombra di quell’uomo sembra tormentarla in modo silenzioso e sinistro esattamente come gli incubi che fa ogni notte e che la vedono alle prese con situazioni di oppressione e violenza.
«Non voglio essere disturbato, sono stato chiaro?» «Cristallino... signore, non si ripeterà». Mi volto e apro la porta per uscire.
La sua presenza, il suo calore, la sua giovane età, lentamente scalfiscono il muro di introspezione e di indifferenza che l’uomo si è costruito intorno, evidenziando piccole crepe attraverso cui è possibile introdurre un pizzico di luce. A sostegno del rapporto che con parsimonia e consapevolezza si costruisce tra i due, interviene Luca, migliore amico di Giulio e suo psichiatra. L’uomo conosce tutti i segreti dello scrittore ed è a conoscenza dei suoi tormenti e delle sue dannazioni. Cerca di spronare Eva a lasciarsi andare con Giulio e a permettere all’uomo di aprirsi a lei e di tornare a vivere e ad amare, esattamente come in passato.
«Non sopporto quest’atmosfera, quest’odore!» continua, cercando i miei occhi.«Quale odore?» chiedo titubante.«L’odore di vuoto e di silenzio che ti lasci alle spalle», dice con una certa malinconia nella voce. Mi libero dalla sua stretta e corro nella mia camera.
Eva è una ragazza molto bella, intelligente e spiritosa e come se non bastasse ha anche una buona propensione alla scrittura ed è per questo che dopo la lettura del suo romanzo, Giulio resta ancora più colpito dalla sua personalità.
Tra i due si instaura un legame molto strano, caratterizzato da alti e bassi, senza un vero e proprio equilibrio. Un’attrazione che li spinge a viversi completamente, a toccarsi e ad amarsi fino in fondo ma un evento tragico, che mette in pericolo la vita di Eva, rovina tutto, mandando il loro rapporto in totale disgrazia.
Il frustino si insinua tra le mie cosce sotto la camicia da notte corta e mi solletica il pube attraverso le mutandine. Sono stordita e eccitata, devo allontanarmi, altrimenti non so cosa può succedere. Faccio un passo indietro, lui si ferma e mi guarda negli occhi, sembra che si renda conto solo adesso chi ha di fronte. La sua espressione sembra ferita e confusa, lascia cadere il frustino e dice: «Eva, io...» Ma io non lo ascolto, esco di corsa e mi rifugio in camera mia, chiudendomi dentro. Non so se sono più confusa per ciò che ha fatto o se più ferita per come mi ha guardato dopo. Perché quest’uomo mi fa questo effetto, mi mette in difficoltà; è una cosa che non avevo mai provato.
I due si separeranno e dovranno affrontare la prova più difficile: la lontananza a dispetto dell’amore che è nato in modo sincero e viscerale, senza chiedere permesso e senza fare sconti di nessun tipo.
Lo stile dell’autrice è fluido, privo di errori, essenziale. Un linguaggio pulito, in grado di raccontare sia i dissidi interiori dei protagonisti, sia i momenti più leggeri e spiritosi tanto quanto quelli più carnali e fisici. Non mancano le scene bollenti e quelli più preziose dedicate al romanticismo e alla voglia di scoprirsi e di vivere l’amore senza paura e senza indugio.

Giulio è un personaggio particolare. E’ difficile inquadrarlo e non perché l’autrice non dia abbastanza elementi ma perché esistono per natura persone enigmatiche, dalle quali puoi davvero aspettarti di tutto. Ecco, Giulio è una di queste persone, capace di odiare e di amare con la stessa intensità e vivendo tutto con un pizzico di follia che non ti permette di programmare né di controllare nulla. Eva vive i suoi incubi attendendo inconsapevole che qualcuno venga a salvarla. E’ una donna che sa ciò che vuole e che sin dal primo momento ha provato desiderio e paura per quell’uomo così diverso da lei e così apparentemente distante. Paura di lasciarsi andare, paura di soffrire, perdendo anche l’ultima speranza.
Quando ci stacchiamo lui mi dice: «sei una donna crudele».«E tu un uomo impossibile».«Siamo sicuri di voler stare insieme?»
Entrambi tentano di andare verso la luce, e devono farlo insieme. Nonostante le diversità, le difficoltà e i numerosi ostacoli che devono affrontare, che non sono pochi e non sono semplici, i due protagonisti sono reali e fisici, portatori di due esistenze ferite e macchiate dal dolore e dalla delusione. Insieme possono sopravvivere anche all’ulteriore prova che il destino gli pone davanti e risalire il baratro dell’inquietudine e della solitudine.

Verso la luceè un romanzo che racchiude molte emozioni, che dà ampio spazio ai sentimenti e che non tralascia neanche quelli più sofferti, come il dolore e la rabbia. Senso di possesso, desiderio di appartenenza, voglia di lottare, sono alla base di una storia che convince per la sua realtà, per le sensazioni che regala e per la sincerità con cui i protagonisti vivono le loro storie permettendo al lettore di immedesimarsi senza bisogno di nascondersi ma, al contrario, ritrovando apertamente, qualcosa di sé.



Salve Simona, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuta!


1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

Ho iniziato a scrivere nel 2012. È stata una sfida con me stessa.
Ho sempre amato leggere e un bel giorno mi sono chiesta: sarei capace di inventare un mondo, creare dei personaggi?
E ho deciso di provare.
Non so ancora cosa significhi per me ‘scrivere’… è il mio modo di evadere, forse.


2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Questo romanzo, in parte, parla delle nostre paure, dei nostri momenti bui e di quanto ci sentiamo soli in quei momenti.
A tutti, penso, sia capitato.
Volevo che la gente sapesse che tutto passa nella vita, anche i momenti più brutti, non dobbiamo perdere la speranza. Dobbiamo essere più forti del destino.


3 - L’amore ed il coraggio di vivere a fondo i propri sentimenti è uno dei temi del libro. Cosa pensa dell’amore e della fiducia nella vita?

Questa è una domanda spinosa. Mi rendo conto che la società moderna non aiuta ad avere fiducia nella vita e non offre dei veri esempi d’amore; basta seguire le cronache sui telegiornali.
Con questo libro cerco, in qualche modo, di far capire cosa dovrebbe essere per me l’amore e che, se abbiamo il coraggio di viverlo nonostante tutto, potremo trovare la forza di superare ogni ostacolo. Insieme.


4 – Verso la luce. Perché questo titolo?

Io amo la luce Il sole.
Esso ci dona forza e coraggio.
Quando perdiamo la speranza e ci sentiamo soli, vinti, dobbiamo solo andare verso la luce e usciremo dal tunnel che ci tiene imprigionati.
La luce è speranza.


5 – Le atmosfere sono a volte leggere, altre profonde ed infine persino tormentate. A cosa si è ispirata per scrivere il suo romanz0?

In questo romanzo c’è un po’ della mia vita, un po’di ciò che ho vissuto e che ho visto succedere ad altre persone, tutto rielaborato attraverso il prisma colorato della fantasia. Non mi sono ispirata a una cosa particolare, sono mille piccole cose rielaborate da una mente contorta.


6 – Se dovesse associare il suo romanzo ad un colore e ad un odore, cosa sceglierebbe?

Sono indecisa. Scinderei il romanzo in due.
La parte che si svolge a Torino l’assocerei senza dubbio al colore bianco e l’odore della neve.
Il finale in Toscana l’assocerei al giallo e l’odore del grano tagliato in estate. Comunque i colori della luce.


7 – Chi è Simona Fagiolini nella vita di tutti i giorni?

È una donna che cammina invisibile, con passo leggero attraverso una vita, a volte, troppo crudele. Una mamma e una moglie che cerca di essere una persona normale, nonostante un’infanzia dolorosa.


8 – Perché i lettori dovrebbero leggere Verso la luce?

Perché sono loro i protagonisti del mio libro. Tutti loro.
Sono sicura che ciascuno può ritrovare un po’ di se stesso in alcuni miei personaggi.
Esperienze, lati del carattere, piccoli gesti, espressioni. E poi per conoscere il lato oscuro che c’è in ognuno di noi.


Una bellissima colpa di Rebecca Done Recensione

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Buon venerdì! Grazie alla Piemme ho letto un romanzo che mi incuriosiva davvero molto. Una cover molto bella e una trama alquanto accattivante per i miei gusti di lettura. Una bellissima colpa di Rebecca Done è definito come Thriller, a sfondo psicologico ma non è esattamente così. Non aspettatevi sangue e morte ma un tipo di intrigo molto più velato e passionale. Ho trovato qualche difetto a questa storia che mi aspettavo leggermente diversa ma la capacità di trasmettere emozioni mi ha colpita tanto da apprezzarlo comunque. 



Titolo: Una bellissima colpa
Autore: Rebecca Done
Editore: Piemme
Genere: Thriller/Romance
Pagine: 193
Prezzo: 19,00 eBook 9,99
Uscita: Luglio 2016
Jessica Hart non ha mai dimenticato Matthew Landley. Dopo tutto, è stato il suo primo amore, quando lei aveva appena quindici anni. Ma lui, trentenne bello e misterioso, aveva la colpa di essere anche il suo professore di matematica. E il loro amore era inesorabilmente finito in tragedia, con una condanna per lui e la macchia dello scandalo per lei. Ora, molti anni dopo, Jessica si è costruita la sua vita e, a quanto pare, lo ha fatto anche Matthew. O almeno così sembra quando ritorna nel Norfolk, con una nuova identità, insieme a una moglie e una bambina che non sanno nulla del suo passato. E quando Jessica se lo ritrova sulla soglia di casa, l'intreccio di emozioni è schiacciante: sorpresa, senso di colpa, attrazione, paura. Cosa vuole da lei Matthew? Come può ancora volerla dopo tutto ciò che ha subito a causa sua? Ma è chiaro che il loro vecchio amore è ancora lì, ad attrarli irresistibilmente, anche se Jessica sa che dovrebbe solo star lontana da un uomo che ormai non conosce più. E che forse non ha mai conosciuto davvero. Perché, la notte che segnò la fine della loro storia, accadde dell'altro. Qualcosa che soltanto loro due possono sapere.














Una bellissima colpaè stato definito come psicothriller ma attenzione, non va presa in parola questa definizione, in quanto la dicitura può trarre in inganno e può spingere il lettore ad immaginare di trovarsi di fronte una storia di morte e di sangue, ma non è così.
Cover originale
Una bellissima colpaè prima di ogni altra cosa, una storia d’amore. Di quelle sofferte, di quelle proibite, di quelle che non dovrebbero mai accadere. Una di quelle storie che vede la nascita e la maturazione di un legame fatto di peccato e di tormento tra un professore e la sua allieva minorenne. Una scuola di ragazzine linde e pinte, vestite da collegiali, con un aspetto da furbette e desideri da sfrontate. E’ così Jessica Hart, una ragazza che è difficile definire, inquadrare, capire. Una di quelle giovani fanciulle che all’apparenza ti guardano come se fossero le più innocenti del mondo ma dietro bramano di distruggerti o di conquistarti. Fortunatamente per Matthew Landley, Jess lo desidera, lo pretende con tutta se stessa, nonostante la differenza d’eta, lui trentenne, lei minorenne, nonostante le evidenti contraddizioni e problematiche.
Ma Jess ha deciso, Jess ha già scelto di indossare il suo atteggiamento più intrigante per farlo suo. Jess sceglie per entrambi.
Insegnante più allieva uguale pervertito era la frase che mi girava in testa.
Questo è parte del passato, questo è ciò che è accaduto molti anni prima rispetto all’inizio del romanzo che mette in scena una situazione alquanto diversa: Jess è diventata grande, e vive da sola in quella piccola cittadina dove all’improvviso dopo tredici anni di assenza torna Matthew con un nome diverso, Will, e una famiglia sulle spalle.
“Sei venuto qui credendo che ti odiassi?” “Sì” rispose con semplicità. Ora contemplavano entrambi con impotenza il loro passato, senza possibilità di cambiare una virgola.
Una vera e propria tragedia per Jess che non ha passato un solo secondo della propria vita a non pensare a lui, all’unico uomo di cui si sia realmente innamorata nonostante sia stata la causa della sua prigionia.
La loro storia d’amore all’epoca della scuola, venne scoperta proprio dopo una rocambolesca fuga dei due innamorati, rifugiatisi tra le montagne, convinti che l’ignoranza della gente non li avrebbe mai raggiunti. Eppure Matthew viene arrestato e condotto in prigione per abuso di minore e Jessica perde completamente le sue tracce.
E’ pazzesco. Credevo che venendo qui, avrei avuto buone possibilità di rendere le cose dieci volte più complicate, poi ti rivedo ed è… semplicemente come è sempre stato.
Un amore diviso, contrastato, un amore nato sbagliato che però non sembra voler smettere di bruciare. Ecco perché dopo tanti anni, Jess e Matthew/Will si ritrovano l’uno davanti all’altra in preda di terrori, paure, desideri e una passione talmente forte da far rabbrividire persino quella che li aveva uniti molti anni prima. Eppure adesso le cose sono notevolmente cambiate. Lui è sposato, ha una figlia, Charlotte, che ama più di se stesso. Una moglie con la quale, è intuibile già da subito che non condivida molto eppure continua a fare il marito ed il padre perfetto fino a quando non rivede la sua Jess.
Ti chiedo scusa di nuovo. Ho l’impressione che non smetterò di farlo per tutto il resto della mia vita.
Jessica Hart, quella stessa ragazza che un tempo mai troppo lontano, lo aveva ammaliato, stregato, affascinato, persino maledetto davanti agli occhi ciechi del mondo. Ma lui l’amava ed era disposto a tutto pur di stare con lei.
L’espressione sul suo volto, invece, era quasi innocente. Con le labbra rosso lampone appena dischiuse, attendeva pazientemente una risposta alla semplicissima domanda che le sue dita sulla mia gamba ponevano. Sì o no?
Anche Jess ha un uomo con cui condividere le sue notti e la sua vita adesso ma il suo Matthew è qualcosa di assolutamente diverso, non solo è memoria e sentimento, ma è fuoco che brucia, cenere che non si spegne, paura, eterna paura di essere sempre in errore. Adrenalina e peccato, dal sapore macchiato e sporco di un amore proibito e colpevole.
L’ho baciata. Una sensazione pazzesca. Oh, merda. Perché è stata così 

Rebecca Done scava nella psicologia dei suoi personaggi e ci presenta due protagonisti che a mio parere sono uno vincente e l’altro perdente. Si tratta di un psicothriller, non tanto per la presenza di un morto, di un’indagine o di chissà quale misfatto ma semplicemente grazie al personaggio di Jessica Hart. Una ragazza che sin da quando mette gli occhi sul suo professore di matematica, stabilisce con lui un rapporto particolare, un legame che non sembra essere naturale, ma quasi un plagio. Tutto scaturisce dalla sua testa, dalla mente di questa donna che intriga all’inverosimile e pur senza forzare, riesce a conquistare quello che vuole, con una delicatezza e apparente dolcezza che invece nascondono molto altro.

E’ lei il personaggio vincente della storia e a sua volta Matthew/Will non è altro che una pedina nelle sue sottili e bianche mani. In più di una occasione lui non ha fatto una bella figura. Non ho apprezzato il suo continuo lamentarsi di avere paura, del timore di essere scoperti, quell’ansia che lo rendeva lentamente sempre meno uomo ai miei occhi. Spesso ho avuto l’impressione che non gestisse nulla di quel rapporto così strano e a tratti sinistro, ma che fosse solo stregato dalla sua bella collegiale.
E la cosa più strana è che con te non devo nemmeno nascondere il mio passato, perché bè… sei tu il mio passato. Hai idea di quanto sia fantastica questa sensazione. Sei l’unica persona della mia vita a conoscere appieno i dettagli di quella storia orribile.
Insomma, a mio parere, Matthew non ci fa proprio una bella figura dal punto di vista del carattere e della personalità mentre invece da quello della passione, è un vero maestro! Un uomo che dopo tanti anni ti ama e ti desidera con lo stesso ardore, con il cuore che trabocca di sentimenti per te, capace di emozionarti e di farti bruciare ancora e ancora come fosse la prima volta, è una vera rarità e la perfezione più assoluta.

Ecco perché Una bellissima colpa, nonostante abbia diversi difetti, è riuscito comunque a colpirmi e ad affondarmi. Le incongruenze le ho notate, ho notato anche alcuni aspetti che mi hanno infastidito, ma le emozioni mi sono arrivate in modo diretto e palpabile e quando non smetti di leggere un libro perché ti salgono le farfalle nello stomaco, allora è inutile perdere tempo, è tuo!
Lo stile dell’autrice non è noioso, è scorrevole ma avrei volentieri fatto a meno di molti momenti in cui si dilunga in divagazioni che vanno oltre il senso focale della storia che interessa maggiormente a chi legge: Jessica e Matthew.

Una bellissima colpaè dignitosamente bello da leggere, a parte tutte queste punture di spillo che possono essere fastidiose, regala emozioni a chi apprezza questo genere di storie in cui c’è tormento, tragedia, drammaticità e nulla, ma proprio nulla è semplice. La memoria ha un fascino incontrastato e quell’amore proibito e sbagliato ritorna a bussare alla porta di chi non lo ha mai dimenticato. Di chi ha sofferto, condannato alla galera in nome di quel sentimento e della sua purezza e di chi ha continuato ad essere libera e a sognare il ritorno dell’uomo che ama con lo stesso terribile fascino e intrigo di un ragno che tesse la sua ragnatela con un'invidiabile calma.


E' una bugia ma ti amo di Erika Favaro Recensione

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Buon lunedì e buon Ferragosto! Una commedia romantica dalla copertina assolutamente accattivante è il nuovo romanzo di Erika Favaro, dal titolo, spiritoso e incandescente di E' una bugia ma ti amo. Grazie alla Piemme per la copia!



Titolo: E' una bugia ma ti amo
Autore: Erika Favaro
Editore: Piemme
Genere: Romanzo Rosa
Pagine: 288
Prezzo: 17, 50 eBook 9,99
Uscita: Luglio 2016
Wendy ha trent'anni, un lavoro che le piace moltissimo (a parte il suo capo), una famiglia allargata e un po' scombinata che adora, un ex fidanzato inutile da dimenticare e un piccolo problema con la realtà. Non è che non veda ciò che ha davanti agli occhi, o che non abbia delle opinioni ben precise sulle cose: è solo che trova tanto più facile dire una bugia, più o meno innocente, soprattutto se serve a far sentire meglio chi le sta intorno. Oppure a proteggere se stessa dalle verità troppo dolorose da affrontare¿ Ma quando Wendy conosce Libero, l'affascinante proprietario del ristorante sotto casa sua, tutto cambia. Perché lui non è come gli altri: si accorge subito del modo in cui lei trasforma e "aggiusta" la realtà e ne rimane profondamente deluso. Libero non cerca una donna che lo assecondi, che finga, che rinunci a essere se stessa pur di accontentarlo. Cerca qualcuno di autentico e sincero, da amare veramente. E così Wendy, per amore, inizia a comportarsi in modo diverso, a mettersi in gioco, a esporsi, correndo il rischio di dire la cosa sbagliata e di non piacere. O forse, per una volta, di piacere davvero.

















E’ una bugia ma ti amoè una storia leggera e assolutamente poco impegnativa. Uno di quei romanzi che riescono a coniugare bene la voglia di sorprendere e l’esclusivo scopo di intrattenimento, fondendo ironia, sorrisi e in più di una occasione, riflessioni scelte a puntino per accompagnare in modo degno ma mai pesante lo svolgimento del racconto, incentrato su una protagonista molto particolare.

Wendy è all’apparenza una ragazza come tante, con un lavoro che ama, un capo che non sopporta, un ex fidanzato dal quale vuole tenersi a tutti i costi alla larga, una psicologa alla quale raccontare le sue paure e un sogno d’amore che le allieta la vita. Insomma fino a qui, non c’è nulla di strano nel suo personaggio eppure la nostra cara eroina ha un difetto alquanto imbarazzante: dice con facilità molte bugie anche se tutte a fin di bene.
Sono qui perché con l’uomo con cui stavo insieme da quattro anni è finita, il mio migliore amico sta morendo, il mio capo è il più grande degli stronzi e credo di avere una crisi esistenziale.
Wendy è il tipo di persona che pur di non far intristire o preoccupare chi si trova di fronte è capace di inventarsi di stare alla grande anche quando ha appena finito di piangere o di essere felice anche se ha la morte dentro al cuore. Il suo comportamento è dovuto ad un carattere docile e accondiscendente, ad una personalità che invece che discutere con gli altri, opporsi o affrontare contrasti, preferisce mentire in modo da tenere sempre tutto sotto controllo ed evitare in questo modo qualsiasi tipo di rischio.

Wendy è una ragazza giovane che dovrebbe vivere la vita in modo più spontaneo e naturale e invece preferisce mentire piuttosto che affrontare i pericoli dell’esistenza.
Il suo tallone di Achille esiste e si chiama Libero. Liberoè il proprietario del ristorante sotto casa sua ed è un ragazzo bello ed intraprendente che Wendy non hai mai perso d’occhio. Lo ha sempre osservato dalla sua casa e ha cercato di carpire il più possibile sulla vita e le imprese del suo eroe d’amore.
L’uomo che all’apparenza sembra non notarla, all’improvviso si accorge di lei grazie ad un incontro fortuito e miracoloso.
Libero si mette davanti a me, si piega sulle ginocchia in modo da trovarsi con la testa più bassa rispetto alla mia, mi restituisce la bottiglietta d’acqua, me la porto alle labbra, con un moto di vergogna piuttosto infantile, consapevole che prima di me ci ha bevuto lui. Vorrei tanto conoscerti, dice.
La loro conoscenza avviene in modo graduale e spontaneo ed è proprio allora che Wendy si rende conto che con lui non può più giocare.
Libero è un uomo molto astuto e spontaneo. Il suo carattere è aperto e refrattario a qualsiasi tipo di bugia ed ha un intuito molto pronunciato nel comprendere immediatamente che c’è qualcosa che non va in Wendy.

La nostra eroina deve dunque cambiare il proprio atteggiamento se non vuole rischiare di perderlo. Ma sarà disposta a cambiare il proprio carattere per vivere questo amore?

Erika Favaro scrive una storia semplice, lineare, con qualche colpo di scena inserito al posto giusto e due protagonisti che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Mentre Libero è libero nel vero senso della parola, lontano da qualsiasi pensiero di costruzione di un futuro sentimentale serio, Wendy è piena di iniziativa e di proposte anche se spesso il suo entusiasmo viene raffreddato da una presenza alquanto scomoda ed odiosa: l’ex di Libero.
Lui cede, si avvicina ed è più veloce del mio orgoglio ferito, mi stringe sul suo petto. Io mi sento morire di gioia e tristezza insieme. Qualche giorno e se ne va, dice la tristezza, ora però è qui, profuma di buono, non ha la ragazza e forse non è neppure stronzo, dice la gioia.
Il clima che si respira tra le pagine è frizzante ed ironico. Risate, battute, scene romantiche che scivolano tra una discussione ed un abbraccio. Non mancano gli aspetti più seri e tristi della vita come la malattia di Marino, il migliore amico di Wendy.


E’ una bugia ma ti amoè un romanzo veloce e movimentato, una lettura estiva che non impegna molto tempo e che si lascia leggere senza difficoltà. Una copertina che inquadra una donna di spalle mentre osserva una giostra perché tutto è puntato sul gioco delle bugie, anche se a fin di bene che rendono questa narrazione spontanea, giocosa, colorata proprio come l’aria che si respira nei luoghi di vacanza.

Pelle su pelle di Lucia Sammiceli Recensione + Intervista!

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Buon martedì! La recensione del romanzo erotico Pelle su pelle dell'esordiente Lucia Sammiceli è la lettura che vi propongo oggi. Una storia di amicizia che lentamente si trasforma in qualcosa di molto forte e altamente emozionale, come può essere solo l'amore. 



Titolo: Pelle su pelle
Autore: Lucia Sammiceli
Editore: Aliberti
Genere: Erotico
Pagine: 
Prezzo: eBook 9,90
Uscita: 2016
Esmeralda è una ragazza maliziosa, allegra ma soprattutto perversa, a suo modo. Nell’intimità è infinitamente fantasiosa e spinta, ama immedesimarsi in diversi ruoli sessuali e sa rendersi particolarmente provocante, mentre la bambina che è in lei fa capolino, a letto come nella vita di tutti i giorni. Luca è un play boy dannatamente pervertito, allergico alle responsabilità, pronto a tutto pur di provare l’emozione del proibito. È spavaldo, arrogante, furbo e soprattutto un bastardo senza scrupoli con ogni donna, tranne con Esmeralda, che lui reputa una sorella. Esmeralda e Luca sono cresciuti insieme e il loro legame è rimasto indissolubile nel corso degli anni così da diventare fraterno e restare privo di malizia. O almeno tale fino all’età di 21 anni, quando a causa di un “imprevisto” i due avranno un rapporto convinti che ciò non cambierà il loro legame.


















Pelle su pelleè un romanzo di amicizia, di un sentimento molto forte che lega due persone che sono cresciute insieme e che ne hanno passate di tutti i colori. Esmeralda e Luca sono inseparabili, sono due amici legati da un rapporto che a parole è molto difficile da descrivere. I loro sentimenti sono assolutamente genuini e sinceri l’uno verso l’altra. Non ci sono segreti tra loro, non esistono tradimenti né bugie. Mai e poi mai uno dei due ha ferito l’altro, anzi, entrambi esistono per curare i mali dell'amico o dell'amica ma non per procurarli.

Un’idea assolutamente genuina, rispettabile, alquanto pura e dotata dei più ineguagliabili buoni propositi che tutti e due cercano di rispettare sempre e fino in fondo.
Ma non sempre le cose vanno come immaginiamo e a volte senza nemmeno accorgercene e soprattutto senza volerlo, le carte in tavola cambiano senza un minimo di preavviso. Un colpo di vento improvviso e i segreti più reconditi, quelli nascosti negli abissi dell’animo cominciano a spuntare, ancora intimoriti ma affamati, sconcertanti divoratori di desideri e verità.
Devo farmi passare quest’attrazione malsana…. Ho visto tante di quelle volte il suo torace nudo che ormai lo conosco a memoria ma non mi aveva mai fatto un effetto così eccitante, non voglio rischiare di complicare le cose con lui… non posso rischiare di perderlo!
Una verità terribile nella sua ineluttabile esistenza: la passione che prima non esisteva tra i due, scoppia inondando le loro menti e i loro corpi senza un motivo logico, senza comprensione ma soprattutto senza accettazione.
Luca è un playboy, uno di quei ragazzi che amano fare sesso senza alcun impegno. Uno di quelli che si portano a letto una ragazza, non più di una volta e il giorno dopo non ricordano nemmeno il loro nome.
Luca è innamorato del sesso, è un amante attento e passionale. Ha il fuoco che gli scorre nelle vene ma è anche un gran bastardo perché non vuole impegni, non vuole cose serie e anche quando sembra che stia con una ragazza, in realtà è solo per perdere tempo.

Il suo corpo reclama il sesso e se lo conquista passando da una donna ad un’altra ma la sua mente non rimane catturata da nulla, da niente che possa anche soltanto lontanamente somigliare all’amore.
Esmeralda è una ragazza all’apparenza normale. Un fisico prorompente, un carattere tutto pepe e tanta fantasia, soprattutto a letto. Ciò che la diverte maggiormente è sperimentare tanti giochi e i relativi ruoli durante i suoi incontri amorosi, fingendosi una volta un’infermiera, un’altra una studentessa e così via, instaurando con il proprio partner non solo un incontro di solo sesso, puro e semplice, ma anche di nuovi modi per provare piacere e godimento. Insomma, una ragazza che sicuramente sa il fatto suo e che sa soprattutto come far impazzire un uomo sotto tutti i punti di vista.
Fingo di non accorgermene ma ho l’istinto di provocarlo… devo smetterla!
Luca e Esmeralda condividono tutto nella loro amicizia e non si sono mai guardati o pensati in modo malizioso fino a quando, una sera come un’altra, Luca le chiede di partecipare ad una gara con lui. Devono fare l’amore in spiaggia davanti ad altre persone per gareggiare e vincere un premio. Esmeralda all’inizio è titubante ma poi accetta, pensando che vivere una situazione mai accaduta prima, con tanta intimità, non possa comunque ledere il loro rapporto di amicizia e di fratellanza.
Adoro Luca ma è proibito per me, non bisogna mai mischiare amicizia e sesso…
Grave errore che pagherà in prima persona perché sarà proprio lei a mostrare nei giorni a seguire i primi cedimenti dopo quell’unico momento di sesso condiviso che ha permesso ad entrambi di scoprire altri lati che non conoscevano. Esmeralda comincia ad essere gelosa e a desiderarlo in un modo diverso. Anche quando lo guarda si sorprende di se stessa perché sa che non dovrebbe provare desiderio per quello che fino a poco prima ha considerato un fratello, ma il suo corpo scolpito e i suoi occhi voraci di vero predatore, non la lasciano in pace e sente un desiderio perverso ed ardito crescerle dentro.
Voglio essere tua per una notte, lo incito, mentre dentro ma tempo le conseguenze…
Anche Luca non è immune dalla passione e da una selvaggia gelosia. Comincia a metterle i bastoni tra le ruote con qualsiasi ragazzo e a guardarla in un modo che accenderebbe chiunque.
Il rapporto tra i due, un tempo genuino e sincero, si trasforma in una vera  e propria lotta in nome di una resistenza che effettivamente fa acqua da tutte le parti.

E saranno innumerevoli i cedimenti e saranno tante le porte sbattute in faccia, i rimpianti, i rimorsi e le scelte sbagliate. Altre donne, altri uomini sul loro cammino, ma l’amore non intende arrendersi.
Siamo noi, i miei segreti sono i tuoi e viceversa.
Lucia Sammiceli scrive una storia molto diretta, familiare, piena di emozioni, di sensualità, di ardore. Un omaggio alle amicizie più grandi e forti anche quando si trasformano inaspettatamente in qualcos’altro.
Il legame di passione e di sesso è incandescente. Lo stile non è privo di numerosi errori, ma nel complesso riesce a coinvolgere e a permettere al lettore di appassionarsi. La storia di Esmeralda e Luca parla direttamente alla parte più emozionale del lettore, a quella con meno filtri e più propensa a lasciarsi andare e a godere a pieno di tali rivelazioni.
La mia fantasia unita alla sua perversione, crea qualcosa di indescrivibilmente erotico e fantastico.
Le sensazioni non sono mascherate, né edulcorate, la visione è elementare, nasce direttamente dai moti dell’animo e del cuore. Pelle su pellesi nutre del fuoco più genuino che alberga dentro l’essere umano, senza alcun abbellimento, sfrontato e sublime, sporco e malandato, così come i più eclatanti contrasti della vita. L’amore e la passione sono scarnificati, sono ridotti all’osso, spogliati, nudi e sfrontati nella loro cupa bellezza.
La lettura si mantiene sempre su livelli alti di attenzione e credibilità, pur cedendo forse in lunghezza e in ripetizioni varie.

Forse se il romanzo fosse sfoltito, acquisterebbe ancora più interesse e magia. In alcuni momenti è molto crudo, fatto di solo sesso e godimento ma questa visione così ancestrale e viscerale della vita, non disturba, anzi, coglie il vero senso dell’intera storia.

Esmeralda e Luca sono due protagonisti veri e sentiti, scoppiettanti e tuonanti, non si tirano indietro davanti alle meraviglie dell’esistenza ma soprattutto ai rischi, seppur le conseguenze possano essere terribili. Sono entrambi coraggiosi a loro modo, sono irruenti, selvatici e indomabili.
Sono creature nate dalla penna di un’autrice che crede nell’amore e nella forza delle emozioni. Il romanzo ne è permeato, saturo, modellato sulle sensazioni più carnali e palpitanti. Difficile non esserne sfiorati, toccati, agguantati. Difficile non rimanere affascinati da tale impetuosa voluttà.



Salve Lucia, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuta!

1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

Per me scrivere significa poter vivere una vita diversa da quella che vivo,  da sempre  scrivo per me stessa  ma non avevo mai “creato” un romanzo prima d’ora.

2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Pelle su pelle rappresenta la vita che vorrei, l’ho scritto per evadere dalla realtà.

3 – Pelle su pelle racconta la storia di grande amicizia e poi di amore tra due ragazzi che sono cresciuti in simbiosi. Il loro rapporto è complesso e complicato. Cosa pensa dell’amicizia e dell’amore nella vita?

L’amicizia è fondamentale così come l’amore, sono i valori più importanti.

4 – Perché ha deciso di scrivere un erotico? E cosa pensa della grande quantità di romanzi pubblicati appartenenti a questo genere narrativo?

Ovviamente i gusti sono soggettivi. Per me l’erotico è il genere di romanzo che riesce a suscitare le emozioni più forti. Ti porta dritto al cuore dei personaggi perché lascia trapelare anche la loro parte più intima, solo così riesci a capirli e conoscerli fino in fondo.
In realtà non ho scelto di scrivere un erotico, ma ho solo assecondato la mia forte fantasia mentre scrivevo. Diciamo che lo è diventato lungo il tragitto.

5 – Cosa pensa del selfpublishing e della pubblicazione con una Casa Editrice?

Sicuramente avere una Casa Editrice che è disposta a credere in te e che ti guida lungo la strada è la cosa migliore. Nel mio caso mi ritengo fortunata ad essere stata accolta da una casa editrice quale la Compagnia Editoriale Aliberti, che è sempre presente, disponibile e gentile con me. Confido molto in loro e nella loro esperienza.

 6 – A cosa si è ispirata per scrivere la storia di Luca e Esmeralda?

A nulla! In realtà non avevo una storia precisa in mente. Ho comprato un quaderno ed ho iniziato a scrivere, le parole, le frasi, le scene venivano da se. La trama si è snocciolata da sola come se la penna avesse una vita propria.

7 - Qual è il personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta?

Sebbene la mia preferita resta Esmeralda perché in lei ho trasferito parti di me e della mia personalità, tutti i personaggi del mio libro “sono figli miei” li ho caratterizzati come volevo dando anche ai negativi una funzionalità nella storia.

8 - Di che colore è il suo romanzo e se dovessi associarlo ad un odore, quale sarebbe?

Senz’altro il colore che potrei abbinare al mio romanzo è il rosso della passione, per l’odore invece credo che sia un qualcosa di misto tra il dolce ed il piccante..forse come la cioccolata al peperoncino!

9 - Quali emozioni prova mentre scrive?

Mentre scrivo do libero arbitrio alla mia forte immaginazione e mi sento libera. Mi sembra di vivere realmente le scene che scrivo quindi le emozioni cambiano di conseguenza, felicità, serenità, turbamento, tristezza, commozione e quant’altro.

10 – Chi è Lucia Sammiceli nella vita di tutti i giorni?

Nella vita reale sono una comune ragazza con i miei problemi, le mie preoccupazioni ed miei sogni.

11 – Perché i lettori dovrebbero leggere Pelle su pelle?

Innanzitutto Esmeralda non è la solita ragazza “ingenua, innocente o inesperta” e Luca non è il classico ragazzo tormentato dal suo passato. È una storia fresca e frizzante dove i protagonisti sono ragazzi comuni. Non è solo molto erotico ma contiene una storia che si evolve e cambia. Sa far ridere, commuovere, piangere e soprattutto emozionare e sorprendere, nonostante tutto riesce ad essere pieno di romanticismo e dolcezza. Il racconto è davvero coinvolgente e sa trasportarti in lui e nella bellezza della sua storia.


Nove volte per amore di Maurizio De Giovanni Recensione

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Buon mercoledì! Ritorno a parlarvi di Maurizio De Giovanni con una delle sue ultime pubblicazioni per CentoAutori che ringrazio per la copia. Nove volte per amore è una raccolta di storie che partono dai casi di cronaca nera più famosi per raccontare poi di intrecci nuovi, nati direttamente dalla mente originale e misteriosa dell'autore. Una visione dell'amore sanguinaria e mortale per andare a scandagliare i lati più oscuri dell'animo umano.



Titolo: Nove volte per amore
Autore: Maurizio De Giovanni
Editore: CentoAutori
Genere: Racconti
Pagine: 165
Prezzo: 13,90
Uscita: Maggio 2016
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TRAMA


Nove casi di cronaca nera riletti dall'immaginazione e dalla penna di Maurizio de Giovanni. Nove indagini in cui colpevoli e innocenti, vittime e carnefici, danzano in un vortice di passioni e misteri. Maurizio de Giovanni apre così uno squarcio su scenari di delitti, bugie e segreti inconfessabili e lo fa alla sua maniera, con uno stile delicato ed efficace, capace di penetrare l'animo del lettore, per raccontare un'unica storia, quella di un'Italia criminale e dal cuore oscuro.


















Nove volte per amoreè una raccolta di racconti dedicati ad una visione fantastica e immaginifica dell’amore nella sua eccezione più cruenta e crudele, una visione feroce ed assassina che prende spunto dai famosi casi di cronaca nera che tutti conosciamo molto bene.
Il titolo poetico ed ingannevole, potrebbe far pensare ad una serie di trame veloci e consistenti che vanno ad inneggiare e ad adorare l’amore in senso romantico ed edulcorato e invece non è assolutamente così.

Maurizio De Giovanni non si lancia in una dimostrazione tipica da clichè, ma dipinge anche il sentimento più bello e caldo della nostra esistenza, di sangue ma soprattutto di oscurità.
Partendo da casi che hanno bombardato le televisioni di questi anni, come quello di Melania Rea o di Yara Gambirasio o quello di Raffaele Stasi e ancora Erika e Omar, l’autore, con uno stile assolutamente personale, regala al lettore una serie di affreschi che pur partendo seguendo orme già conosciute, si sviluppano in modo totalmente autonomo, diventando, durante la lettura, delle storie interamente a sé e formalmente indipendenti dalla loro radice.

Nove volte per amoreè una prova narrativa che mette in scena un linguaggio diretto e giornalistico, una volontà di usare la fantasia, di introdurre definizioni e nomignoli come la moglie del mostro o la principessa, per raccontare storie ad alto tasso descrittivo nelle quali la chiave di lettura deve essere una sola: la scoperta dell’oscurità che si nasconde dentro ciascuno di noi.
Si avvicinò spostandosi lungo il muro. La luce si era fatta strana, quell’ora bastarda tra giorno e notte che tradisce la vista e ti fa pensare di aver visto qualcuno dove invece c’è solo l’ombra. Lui era quell’ombra.
In questi racconti non emerge la voce dei sentimenti nella sua accezione più pura ed innocente, incantatrice o benedetta. Non avremo un amore miracoloso, né accondiscendente ma avremo vendetta, sangue, morte, buio e terrore. Insomma un sentimento sporco, deviato, malato, perverso. Molti si chiedono come può l’amore, che è il sentimento più alto per eccellenza, nutrirsi di tali inganni, tradimenti, sotterfugi. Come può l’amore andare a braccetto con la morte? Eppure l’autore, con la sua prontezza e la sua capacità di raccontare in modo naturale, spontaneo, quasi magico, gli angoli più bui della mente e del cuore umano, ci mostra come dentro ogni anima si nasconda una voglia assassina che può anche non essere controllata e allora generare mostri.

Insomma, chi di noi, non ha desiderato, almeno una volta nella vita, di fare del male a qualcuno? Impossibile che non sia mai accaduto. E’ proprio questo ciò di cui parla De Giovanni in questi racconti, ciò che tenta di spogliare in modo sornione e mai aggressivo ma usando sempre il suo tono quasi magico di avvolgere le parole intorno ai sensi di chi legge.

La capacità dell’autore si concentra ancora una volta nelle emozioni che riesce a raccontare, in quelle sfumature velate della vita e della morte che acquistano colori e sapori assolutamente personali e profondamente vivi, reali.
Io non so chi sia stato a fare questo. Non ne ho alcuna memoria. Pezzi del passato vengono a galla come in un pozzo buio, offrendomi il ricordo di emozioni in frammenti, fotogrammi singoli che non hanno senso, ma nulla che riguardi gli attimi che hanno preceduto la mia morte.
Le sue parole non sono mai sfrontate, conservano in sé la misura giusta per farsi seguire senza strattonare e il lettore si convince, ancora prima di saperlo, che la scrittura di De Giovanni è operosa, profonda, intima ma anche inquieta e alcune volte sinistra.

Nove volte per amoreè una raccolta che consiglio a chi ama questo autore, a chi apprezza il suo stile mai scontato, struggente, malinconico, preciso, delicato ma anche rigoroso, vitale e mortale. A chi vuole ritrovare qualcosa di familiare nelle storie che legge e poi lasciarsi piacevolmente sorprendere dall’estro dello scrittore che riesce con originalità e bravura a tracciare un percorso narrativo assolutamente nuovo, pieno di mistero e meraviglia. Una visione dell’amore che non è quella più logica, né quella più amata, ma è, al contrario, una ricerca intrinseca, incentrata sull’interiorità dell’essere umano e sulla sua oscura e celata pazzia. Una pazzia d’amore.




Torna da me di Mila Gray Recensione

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Buon giovedì! Questo è l'ultimo post prima di lasciarvi! Il blog si ferma per una decina di giorni, dal 19 al 29 Agosto. Nel frattempo, chiunque voglia scrivermi per propormi in lettura un suo testo, può farlo tranquillamente alla mail o sui social, resterò comunque reperibile per qualsiasi cosa!
La recensione di oggi riguarda un romanzo inviatomi gentilmente dalla De Agostini, intitolato Torna da me di Mila Gray. Una storia di amore ma anche di sofferenza che esplora  i sentimenti in modo romantico e sensuale... perfetto per tutte le sognatrici!


Titolo: Mila Gray
Autore: Torna da me
Editore: DeA
Genere: Contemporary Romance 
Pagine: 315
Prezzo: 12,90 eBook 4,99
Uscita: 2016
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TRAMA


Un’auto militare ferma sotto casa alle sette del mattino. Non può significare nulla di buono, soprattutto se sia tuo fratello che l’amore della tua vita sono soldati impegnati in una rischiosa missione in Afghanistan. Quando Jenna Kingsley, diciott'anni appena compiuti, occhi verdissimi e un viso tutto lentiggini, apre la porta al cappellano dei Marine in alta uniforme, il mondo le crolla addosso in un istante. Mentre il cuore batte a mille, il suo pensiero vola all'estate appena trascorsa. Quella in cui lei e Kit, migliore amico di suo fratello Riley, sono caduti l’una nelle braccia dell’altro. Sono anni che Jenna stravede segretamente per Kit, bello e sexy da togliere il fiato, e proprio adesso che lui ha scoperto di ricambiarla, l’idea di perderlo è insopportabile. E pazienza se il padre, l’inflessibile Colonnello Kingsley, non fa mistero dell’odio che, per motivi mai davvero chiariti, nutre per il ragazzo. Mentre Jenna si prepara a ricevere la tragica notizia dalle labbra del cappellano, un’unica, atroce domanda le martella in testa: chi dei due è morto? Suo fratello Ridley oppure Kit?



















Torna da meè una storia molto romantica, delicata ma anche struggente e devastante, suddivisa in due parti ideali che sono la rappresentazione della vita e della morte, dell’amore e in qualche modo della sua fine.

Jessaè figlia di un marine, ha un marine come fratello ed è solita vivere la propria vita soffocando i suoi desideri, cercando di compiacere in tutti i modi possibili le volontà del padre, un uomo abituato al controllo assoluto e all’obbedienza senza alcuna opposizione. E’ una ragazza dolce, remissiva, fragile, da sempre innamorata di un unico ragazzo che le fa battere dannatamente il cuore. Questo ragazzo, di nome Kit, anch’egli marine, è il migliore amico del fratello e soprattutto è un playboy dichiarato che l’ha sempre trattata come una sorellina minore. Come se non bastasse, il padre di Jessa serba un odio profondo per lui, tanto da volerlo lontano dalla sua famiglia.
Va a scuola in convento e le fanno portare un’uniforme molto simile a una veste da suora. Inoltre credo che suo padre abbia l’ultima parola sul suo guardaroba, visto che non mette mai  in mostra nulla del suo corpo. Ho capito com’era fatta solo quando l’ho vista in spiaggia con indosso il bikini. Quello spettacolo è stato sufficiente a far salire la mia ossessione da “al limite” a “divorante”.
Insomma, per il povero cuore di Jessa è una situazione davvero difficile e complicata ma a lei basta semplicemente amare Kit da lontano, pur sapendo di non essere corrisposta e di non poter mai coronare il suo sogno d’amore tra le braccia forti e virile del suo uomo.

Le cose cambiano quando, dopo diversi mesi di lontananza, sia Kit che Riley, il fratello di Jessa, tornano da una lunga missione e lo sguardo che le dedica il ragazzo è decisamente cambiato. E’ come se Kit, durante quella distanza e distacco forzato, si fosse reso conto di provare sentimenti che vanno oltre l’amicizia o la fratellanza per la dolce Jessa e ha un pensiero ben preciso in testa: conquistarla.
Cover originale

La strada è già spianata perché il cuore della piccola protagonista, appena diciottenne, non fa altro che fremere per lui da anni ed anni.
Nonostante le difficoltà, nonostante la gelosia del fratello e l’autorità folle del padre, Jessa rischia di tutto pur di vivere fino in fondo il sentimento che sta nascendo tra lei e Kit.
La vita è troppo breve, Kit. Quando hai la possibilità di essere felice, coglila prima che ti venga portata via.
Si renderà conto che il ragazzo non è come tutti lo vedono, non è un playboy, semplicemente fino a quel momento ha avuto diverse donne e più di un incontro perché consapevole di non poter avere nessuna relazione seria a causa del proprio lavoro. Un lavoro che ama e che non intende sacrificare per nulla al mondo. Almeno fino a quando non posa le sue labbra su quelle di Jessa e tutto comincia a vacillare. Tutti i suoi propositi, le sue sicurezze, la certezza dell’affetto che lo lega a Riley e l’odio che prova per il padre, tutto viene messo in secondo piano in nome di quella delicata e sensuale ragazza che ha deciso di abbandonarsi completamente a lui.
Appoggiamo i bicchieri su un tavolino e subito Kit mi spinge contro la parete. Mi fa scivolare le mani lungo i fianchi e le sue labbra trovano le mie nel buio. Nel nostro bacio c’è una fame disperata, come se non ci vedessimo da un anno, non solo da un giorno.
Il romanzo inizia con una scena molto inquietante: Jessa sta per ricevere la notizia di una morte in guerra. Sarà Kit o Riley? Per sapere la risposta dobbiamo aspettare la seconda parte del romanzo che è molto più tragica, drammatica e tormentata rispetto a quella precedente dove l’autrice racconta con lentezza e consapevolezza la nascita dell’amore tra i due protagonisti.
Le loro fughe, il senso di proibito, l’incertezza di sbagliare, i primi baci, la prima volta e il confronto delle loro personalità che seppur così diverse, sembrano incastrarsi alla perfezione.
Ci addormentiamo all’alba, l’uno nelle braccia dell’altra e l’ultima cosa che penso prima che il sonno abbia la meglio su di me è che non c’è nulla che non farei per questa ragazza. Sono completamente perso di lei.
I punti di vista si alternano tra quello di Kit e quello di Jessa ed è così che scopriamo una forza e una determinazione nella fragilità della donna che era difficile da intuire così come in lui, scopriamo dolcezza, tenerezza e un forte senso di protezione.
Mila Gray ci regala un romanzo carico di emozioni, che si fa forte delle esperienze della vita e che mette in gioco anche momenti tristi e bui come la morte e le sue conseguenze. E’ come se la storia fosse suddivisa in luci ed ombre e bisogna essere veramente pronti a tutto per leggerlo. C’è romanticismo, sogno, passione, una forte sensualità, senso del proibito, rischio e riflessione, dolore e sofferenza. L’amore è il protagonista, così come il valore della famiglia e degli affetti più sinceri.


Torna da me, è una storia emozionante e coinvolgente, si staglia dentro di te come una piccola farfalla in movimento che cerca un punto d’appoggio per riposare. Una farfalla dai colori splendenti e meravigliosi come la natura, come l’amore, come la purezza e la sincerità. Ma la farfalla ha una vita troppo breve e il dolore la spezzerà così come accade nel libro da un momento all’altro, eppure c’è un finale che conserva comunque qualcosa di dolce e di delicato, che si oppone all’irruenza della vita e alla sua furia. Ed è in nome di quel qualcosa che vale la pena leggerlo.


Luigi-uomo-ruota di Graziano Isaia Recensione + Intervista!

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Buon martedì! Eccomi di nuovo con voi dopo una breve pausa! Oggi il blog riprende la sua normale attività con tante nuove recensioni, segnalazioni, anteprime e presentazioni! Inoltre vi annuncio che a breve inizierà un bellissimo Giveaway con in palio tantissimi premi!
La recensione di oggi riguarda un romanzo che mi ha sorpreso molto, non mi aspettavo mi sarebbe piaciuto così tanto. Parlo di Luigi-uomo-ruota di Graziano Isaia. Una storia decisamente originale e particolare, ironica, ma anche molto profonda e piena di mistero!



Titolo: Luigi-uomo-ruota
Autore: Graziano Isaia
Editore: Emil
Genere: Romanzo 
Pagine: 320
Prezzo: 18,00
Uscita: Febbraio 2016
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TRAMA


Una stazione delle Ferrovie dello Stato, quella di Bra. Da qui parte un ragazzo, Luigi-uomo-ruota. Ha un dubbio che lo attanaglia. C’è forse un segreto da svelare sulle sue origini. Saranno le mitiche Langhe, con le verdi colline ricoperte di viti e le leggende sulle streghe piemontesi (le masche), ad accompagnarlo nel viaggio. Da Bra e Alba fino a Mombarcaro, il paese “dei barcari”. L’incontro con personaggi curiosi, con i misteri di quelle terre e soprattutto con Damaris modificherà per sempre la vita di Luigi. Una folle ricerca sul passato indirizzerà il suo futuro…
















Luigi-uomo-ruotaè un romanzo particolare, un po’ fuori dagli schemi, una storia che mescola molti aspetti creando qualcosa di originale ed interessante.
Luigiè un giovane di vent’anni che è costretto alla sedia a rotelle, ha un fratello di nome Francesco, due genitori che lo amano e prova un amore segreto e profondo per Damaris, l’ex fidanzata di Francesco.

La sua vita subisce un trauma quando viene a conoscenza dell’esistenza di un diario dove c’è scritto che lui non è figlio di mamma Giulia, ossia della donna che lo ha cresciuto e che lui ha sempre considerato la sua genitrice, ma è nato settimino da una donna appartenente al gruppo delle masche, ossia streghe che vivono nelle Langhe più degradate e leggendarie.

Le masche sono figure che appartengono alla tradizione piemontese e che nel romanzo hanno un preciso valore simbolico: rappresentano tutto ciò che significa diversità.
Scopre anche di avere un fratello gemello finito chissà dove. Il diario parla di una sola persona che può conoscere la vera storia di Luigi e si chiama Barba Cecco.
Il nostro eroe, metà uomo e metà ruota, decide di partire da solo per un viaggio che lo conduce a scoprire e a capire le sue origini e ad incontrare la sua vera famiglia.
Luigi fu contento di essere paragonato ad un cristiano. In metafora piemontese, è come dire individuo normale. Perché  no a quel momento molta gente, riferendosi a lui, aveva lasciato intendere un messaggio diverso: che fosse un ibrido, mezzo uomo e mezza macchina. Dalla cintura in su un ragazzo molto carino e robusto di vent’anni, dalla cinto- la in giù una sedia a rotelle.
Luigi è un ragazzo molto carino, dall’aspetto sano e robusto se non fosse per quella metà del corpo che lo costringe a muoversi con le ruote. E’ intraprendente, sveglio, ironico, capace di sorridere sempre alla vita e qualsiasi ostacolo riesce a superarlo grazie alla fiducia in se stesso e alla sua tenacia. Si muove in assoluta solitudine, viaggiando inizialmente su un treno e facendosi aiutare da personaggi che conosce per caso e che rendono il viaggio vario e colorato. Sul suo cammino farà la conoscenza di strane figure, alcune lo aiuteranno, altre si opporranno alla sua volontà di cercare la verità per trovare finalmente se stesso. 

La persona che gli sarà più vicino è proprio Damaris, una splendida fanciulla con la quale ha sempre condiviso un rapporto di sincerità e di affetto vero. Una donna gioviale, affascinante, sorridente, che incontra per ben due volte durante il suo percorso, così per caso. La prima volta si salutano perché il nostro eroe deve proseguire per la sua strada ma la seconda volta, Damaris decide di accompagnarlo e di aiutarlo a trovare la sua storia. Ed è proprio a questo punto che le vite dei due protagonisti si intrecciano in modo indissolubile.
Damaris scoprirà esattamente come Luigi di non essere figlia di quelli che credeva i suoi genitori e di avere anch’ella un fratello.
Me lo hai fatto leggere tu il diario, o no? Allora forse ci dovevi pensare prima, mi hai fatto partire tu, in un certo senso. E tra le tante cose veramente inspiegabili una te la devo proprio raccontare: qua hanno un asciugamano del mio anno di nascita con una scritta ricamata. Il mio nome in piemontese e l’esortazione a svegliarmi, a slegarmi da qualcosa.
Insomma, le scoperte e le sorprese non mancano in questo viaggio che diventa metafora di affermazione e di conquista di un nuovo coraggio: quello dell’amore.

La ragazza è perdutamente innamorata di Luigi e sarà proprio il tempo che passeranno insieme a mettere in luce i loro sentimenti e a permettere a ciascuno di loro di viverli in tutta la loro purezza e potenzialità.

L’autore ha uno stile davvero piacevole, leggero, spedito, che non annoia ma incuriosisce. Il personaggio di Luigi è accattivante, risulta immediatamente simpatico ma non perché sia un disabile. Mentre leggi, perdi completamente questa consapevolezza e lo apprezzi per quello che è: un giovane con un carattere di ferro e tanta determinazione! Il fatto che stia sulla sedia a rotelle non influisce più di tanto anche se diventa l’elemento fondamentale permettere in pratica la fantasia pazza dell’autore. Infatti, in base a ciascuna situazione, triste o esilarante che Luigi vivrà, l’autore lo chiamerà in modo diverso, provocando un sorriso nel lettore e una buona dose di apprezzamento.
Ecco alcuni dei soprannomi: Luigi-uomo-capogiro, Luigi-uomo-pretendente, Luigi-wedding-planner.

Un romanzo che si basa sulla formula narrativa del viaggio che è una delle più antiche e che utilizza miti e leggende per renderlo ancora più misterioso. Una costruzione lineare, piena di personaggi, uno scenario reale ma anche visionario. Damaris è una figura che sembra quasi magica, mentre Luigi è un perfetto eroe, un po’ ammaccato che si erge a protagonista incontrastato di una storia coinvolgente e spiritosa.
Ecco, non manca lo spirito in questo scritto. Uno spirito che non è banale o già sentito, è qualcosa di vivo e profondo allo stesso tempo. E’ come se il romanzo fosse ironico ma serio, leggero ma intenso, con battute divertenti ma chiaramente riflessivo e concentrato sulle metafore della vita.

La storia di Luigi è piena di metafore, ma anche di verità terrene e sondabili. L’amore è il motore che muove tutto, il viaggio stesso incarna l’arcano desiderio di riunirsi alle proprie radici. Ma c’è anche l’amore fatto di condivisione e di passione, l’amore tra Luigi e Damaris, l’amore più sincero e viscerale, quello per il quale ringrazi Dio di essere vivo.
Quindi, sappilo: non ti amo, non ti voglio bene. Ti tutto!!!
Luigi-uomo-ruotaè una lettura che non immaginavo potesse essere così ben delineata, coinvolgente, capace di catturare fino a desiderare di scoprire con gioia il destino dei suoi protagonisti. Il linguaggio è fluido, intrigante, le parole sanno destreggiarsi tra i momenti più seri e quelli più arguti, con una prontezza e una vivacità inusuali e che risultano gradevoli per tutto il tempo.
E insomma, il loro viaggio di quell’estate si concluse con la sorpresa che Luigi aveva immaginato per renderli più leggeri, per salire in alto, per vedere le cose da un’altra prospettiva. E per sognare.

Ho avuto la sensazione che mi mancava da tempo, che ci fosse qualcosa di fiabesco, di così genuino da non poter non essere apprezzato nella sua spontaneità e dolcezza. Una storia delicata ma presente, morbida ma corposa, in grado di non passare indifferente. Genuina è la parola che mi viene in mente, che non significa approssimativa o non studiata e per questo improvvisata, ma anzi, la perfezione dello stile non fa altro che accentuare la naturalezza del contenuto, privo di qualsivoglia forma di malizia, espressione spontanea di una visione del mondo pulita e aggraziata.



Salve Graziano, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuto!

1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

Credo di aver ricevuto forti incoraggiamenti dalla mia maestra delle elementari, fin dai sette-otto anni. Naturalmente, non avevo la consapevolezza e la maturità necessarie per definirmi scrittore, però sentivo dentro una particolare passione: questa è stata coltivata anche grazie agli apprezzamenti ricevuti a scuola. Ci doveva essere qualche talento che alcuni insegnanti hanno colto e valorizzato. Non è ovviamente la mia professione, perché non basta per pagare le bollette, ma è qualcosa di più di un passatempo, è una mia esigenza intima e controversa. Mi fa comunicare ed emozionare, nello stesso tempo mi prosciuga.

2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

È la storia più importante che io abbia scritto finora. Altre mi hanno regalato premi letterari, viaggi - per esempio - in Calabria o ad Atene… Ma questo è un romanzo unico, perché osa mettere al centro, contro ogni stereotipo politicamente corretto, un ragazzo sulla sedia a rotelle. Come mi ha detto una scrittrice di successo, è un libro “avanguardista”, nel senso -credo – che guarda molto avanti e un po’ sfida il lettore. Ci tengo particolarmente, quindi. Dà la possibilità al protagonista, che molti ritengono un salice sterile, di dimostrare che può diventare una grandiosa vite (sto citando naturalmente un proverbio langarolo). Il romanzo è anche, o soprattutto, un omaggio alla Langa cuneese, una terra che considero impareggiabile per bellezza ed imprevedibilità.

3 – Luigi-uomo-ruota affronta il tema del viaggio sia reale che metaforico. Che significato ha per lei, viaggiare?

Per me, oggi, il viaggiare è soprattutto fatica. Ci sono problemi di salute che non mi lasciano tutta la libertà di muovermi che vorrei avere. Però, attraverso Luigi, ho voluto descrivere un viaggio in grado di trasformare completamente un individuo. Non occorre andare in India per ottenere questo. Basta anche un giretto in giardino, purché ci sia l’animo giusto e bendisposto per cambiare. Luigi all’inizio della storia ha sempre un “umore disperato”, si guarda allo specchio e si autoconvince di essere molto sfortunato, di non essere capìto. Dopo ogni tappa, dietro ogni curva delle Langhe, cresce un pochino e alla fine trova molto di più di ciò che sperava di trovare. Perciò potremmo concludere così: il viaggio è tutto ciò che di imprevisto ti capita tra la partenza e il ritorno programmato. O è serendipità o è banalmente un divertimento turistico, ma non è viaggio, non ti lascia nulla.

4 – Luigi intraprende il viaggio da solo, in cerca delle sue radici e diventa un atleta, conquistando anche l’amore. Qual è il messaggio o i messaggi di questa storia che i lettori dovrebbero cogliere?

I messaggi per la verità sono tanti. Era indispensabile, per me, che Luigi cominciasse il viaggio da solo, perché in questo modo s’addentrava completamente nella parte arcaica, isolata, misteriosa delle Langhe. Ma una figura importantissima è quella della sua madre naturale: Luigi per qualche tempo crede che sia stata una masca, cioè una strega cattiva. Scopre, poi, che lo è stata veramente, ma non nel senso attribuito dalle leggende: non faceva pozioni, non era concubina del demonio, non era esperta di riti pagani; semplicemente, era anticonformista, e la società dell’epoca non aveva saputo far altro che escluderla dalla comunità affibbiandole l’etichetta di masca, cioè in generale una donna diversa non asservita al potere e alle convenzioni.

5 – A cosa si è ispirato per il personaggio di Luigi e quello di Damaris?

Luigi e Damaris non hanno alcun collegamento con il reale. Sono completamente inventati. Posso dire che Damaris è la donna che tutti vorrebbero e dovrebbero incontrare: bella, serena, schietta, non giudica, non fa tante parole ipocrite sull’accettazione e sull’integrazione, semplicemente accetta e integra, agisce. In definitiva, ama. Nel romanzo, la definisco almeno due volte una “fata azzurrina”, ma ha molto in comune anche con gli angeli, e sono convinto che in chiave laica ne esistano anche fra di noi. Sono quelle persone che ti lasciano a bocca aperta per la loro purezza. Basta avere la fortuna di conoscerle…

6 – Qual è il personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta?

Adoro tutti i personaggi e non ce n’è uno che io possa affermare di detestare. Dovendo scegliere, però, indicherei Luigi quand’è insieme a Nello, un bambino molto spontaneo e vivace e in un certo senso strano anch’egli: quelli sono momenti di autentica tenerezza, di lieve follia infantile, di gioco e di vita respirata a pieni polmoni.

7 - Di che colore è il suo romanzo e se dovesse associarlo ad un odore, quale sarebbe?

Nei primi capitoli, è in bianco e nero, con una forte predominanza del nero. Piano piano, soprattutto grazie alla presenza di Damaris, diventa di tanti colori. E ad un certo punto, quando i due protagonisti si sposano con una cerimonia molto bizzarra, compare il verde, come colore della Speranza che insieme hanno scoperto di poter inseguire ed acchiappare. L’odore è sicuramente quello buonissimo della pelle di Damaris e delle rose che popolano tutte le vie di Bossolasco.

8 - Quali emozioni prova mentre scrive?

Quando m’immergo completamente nella stesura di una storia, come è capitato con questo romanzo per me abbastanza impegnativo, mi lascio prendere per mano dai personaggi e compio delle evoluzioni insieme a loro. È l’emozione di quando si conosce un amico speciale e si ha il privilegio di fare un gran pezzo di strada insieme a lui. E in quei frangenti non si avverte più peso corporeo, ci si sposta a qualche metro da terra. Mentre descrivo il pianto di Luigi, provo la sua stessa angoscia; ma quando gli faccio palpitare il cuore per il primo bacio di Damaris è come se anch’io avessi sfiorato quelle labbra.

9 – Chi è Graziano Isaia nella vita di tutti i giorni?

Sono un ex carabiniere ausiliario, ex falegname, ex postino, ex insegnante di scuola dell’infanzia, ex giornalista, ex dirigente scolastico e altre cose che forse ho rimosso. L’attuale identità dovrebbe essere – spero! – quella definitiva: un maestro di scuola primaria.

10 – Perché i lettori dovrebbero leggere Luigi-uomo-ruota?

Per sentirsi anche loro un po’ avanguardisti. Per scrollarsi di dosso la pochezza e la crudeltà dei nostri giorni. Per trovare (o ritrovare) la Speranza insieme a Luigi e Damaris. Per esplorare, prima virtualmente e poi magari di persona, i paesaggi magnifici delle Langhe UNESCO: avventurarsi sulla Strada Romantica di Langa e Roero e nei paesi che Luigi tocca, tutti esistenti.

11 – Le chiedo di lasciarci con una citazione estrapolata dal suo romanzo che vuole leggano i lettori.

Ci sono molti passaggi poetici che vorrei citare. Scelgo, però, questo perché inspiegabilmente ha colpito positivamente molti giornalisti che finora hanno recensito il romanzo.
“Non esiste, in fondo, una sensibile differenza tra un sugo ed un destino: entrambi rispettano delle ricette, ma sono tanto più varî quanto più interviene la creatività. In una portata qualsiasi il cuoco mette se stesso, la propria voglia di stupire, di stuzzicare. Far godere. Lasciare segni. Beh, Luigi-uomo-ruota, insomma il ragazzo dai due corpi, aveva cominciato con l’atletica per dare sapore al proprio presente e ancor più al futuro: aspirava a dirigere la propria cucina e tutto il banchetto”.
  

Dark blue di C J Roberts Recensione

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Buon mercoledì! Grazie alla Newton Compton oggi vi parlo di un romanzo che mi intrigava davvero molto e che desideravo da tempo leggere. Finalmente è arrivato in Italia con il titolo di Dark blue, di C J Roberts. E' un Dark Romance, quindi con una tematica ben definita ed estremamente forte sulla quale si sviluppa una storia di attrazione e di sentimenti che però è ben lontana dall'essere definita "d'amore". Inoltre il romanzo non è autoconclusivo ma è accompagnato da altri due libri che spero vengano tradotti presto.


Titolo: Dark blue
Autore: C J Roberts
Editore: Newton Compton
Genere: Dark Romance
Pagine: 288
Prezzo: eBook 2,99
Uscita: Agosto 2016
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TRAMA


Caleb è un uomo con un unico obiettivo: la vendetta. Rapito da ragazzino e venduto come schiavo da un mafioso affamato di potere, da allora non ha mai pensato ad altro che a vendicarsi. Per dodici anni ha esplorato il mondo degli schiavi del piacere alla ricerca dell’uomo che ritiene responsabile del suo tremendo passato. Finalmente riesce a trovare l’artefice della sua sofferenza: ha una nuova identità, ma la stessa natura di un tempo. Per avvicinarsi abbastanza da colpirlo, Caleb deve trasformarsi in ciò che più odia e rapire una bellissima ragazza perché sia la vittima che lui stesso è stato. Olivia Ruiz ha diciotto anni e si è appena svegliata in uno strano posto. Bendata e legata, ad accoglierla c’è soltanto una calma voce maschile. Si chiama Caleb, ma vuole essere chiamato Padrone. Olivia è giovane, bellissima, ingenua e testarda. Possiede una sensualità oscura che non riesce a nascondere. Pur essendo terrorizzata dall’uomo forte, sadico e arrogante che la tiene prigioniera, l’irresistibile attrazione che prova per lui la tiene sveglia nel buio.

















Dark blue, decisamente meglio il titolo originale Captive in the dark, è un romanzo che desideravo da tempo leggere e che è giunto in Italia tradotto dalla Newton Compton, casa editrice che si sta occupando sempre di più di questo genere narrativo, quale Dark Romance, che continua a creare attorno a sé brusii di disapprovazione ma anche tanto interesse.

Siamo di fronte ad una storia che non è fatta di zucchero filato e miele, ancora una volta abbiamo davanti una coppia, Caleb e Olivia, che rappresentano molto bene il rapporto tra padrone e schiava in molti sensi. Prima di tutto Caleb è un uomo dal passato distrutto, da bambino ha subito soprusi di ogni genere e adesso è un essere molto vicino alla definizione di mostro. Mostro soprattutto quando rapisce la giovane diciottenne Olivia, che ignara di tutto, si ritrova rinchiusa in una stanza, completamente al buio, alla mercè di un uomo di cui all’inizio non vede neanche il volto.
Era lussuria allo stato puro quella che lo attraversava, come un dolore violento, portando con sé l’intenso desiderio di possederla, di avere il potere sulle sue lacrime.
Ma c’è un però, un elemento molto intrigante che rende interessante la lettura fin dall’inizio.
I due hanno modo di incontrarsi prima del rapimento. Ebbene sì, in un giorno come un altro, e a causa di un fattore esterno, Caleb accorre involontariamente in aiuto della bella Olivia, ed è proprio in quell’attimo che i due si guardano e si scrutano, che nasce la prima scintilla. Caleb è un uomo davvero bello, sensuale, dall’aspetto addirittura angelico, che agli occhi della giovane e sprovveduta donna sembra una creatura giunta a salvarlo.
Cover originale
Purtroppo non è così perché dietro un’apparenza senz’altro abbagliante, si nasconde una vera anima diabolica. Caleb ha seguito Olivia nei suoi spostamenti per lungo tempo, cercando in questo modo di conoscere dettagliatamente la sua vittima. Il suo rapimento nasconde un unico e improrogabile motivo: la vendetta, una vendetta che Caleb intende condividere con l’uomo che lo ha salvato dall’inferno, che gli ha insegnato tutto quello che sa fare e soprattutto gli ha mostrato come sopravvivere dopo la morte dell’anima.

Nessuna sorpresa da questo punto di vista. Per chi conosce e ama questo genere, anche qui ritroviamo un protagonista maschile con un passato torbido, dove ha subito angherie di ogni genere. Un uomo, dunque, con qualche intoppo mentale di troppo, che non risparmia violenze sulla propria vittima.
Anche per Olivia il clichè non cambia. E’ una giovane ragazza, ancora vergine, ed è proprio questo l’aspetto più interessante per Caleb, l’elemento che gli permetterà di raggiungere la propria vendetta vendendola come schiava sessuale all’uomo di cui intende vendicarsi. Anche lei ha un passato molto particolare non privo di delusioni e ingiustizie.
Mi faceva indossare gonne lunghe fino ai piedi, mi proibiva il trucco, gli orecchini e tutto quello che era più frivolo di una molletta per capelli. Non potevo giocare con i miei fratelli o i miei cugini maschi. Non potevo sedermi in braccio a mio padre. Tutto per tenere a bada la troia che era dentro di me.
Olivia è bella e per certi versi anche ingenua ma non troppo.
All’inizio dovrà lavorare su se stessa e affrontare i demoni di Caleb che la tengono rinchiusa e che abusano di lei in ogni modo possibile ma riuscirà alla fine, grazie alla sua astuzia ed intelligenza, a capire cosa realmente vuole Caleb: lei.
Non solo il suo corpo ma la sua mente. Vuole Olivia nella sua totalità di essere. Conquistarla, possederla, farla sua senza lasciarla andare. Un punto debole incandescente che metterà in tutti i modi in pericolo quel progetto di vendetta che traballerà più volte.
La determinazione faceva la differenza. Questo era reale. Vero tocco, vera intimidazione, vero uomo, vera paura.
Nonostante cose già lette ampiamente, Dark Blue mi ha conquistato. Caleb è un uomo tormentato, capace di molta crudeltà e fermezza ma è anche dotato di una dolcezza improvvisa e disarmante, una voglia che gli scorre dentro di appartenere e di sentire che lei gli appartenga. La sua vita è stata una lotta continua, odio e rabbia sono stati gli unici sentimenti, le uniche emozioni che lo hanno temprato fino al momento in cui ha conosciuto Olivia.




In lui si combatte una sfida dilaniante e struggente: portare a termine la propria vendetta o salvare Olivia e vivere fino in fondo ciò che lei rappresenta?
Non dovevo più stare a sognare i suoi occhi grigioverdi o la sensazione dei suoi capelli biondi sotto alle mie mani. Adesso persino il suo odore mi nauseava. Almeno così avremmo entrambi riconosciuto la cosa per quella che era: violenza, non seduzione, non fantasia. Non c’era più confusione. Adesso era solo un mostro. Solo un altro mostro.
Lo stile è scorrevole, le scene sessuali sono esplicite ma mai volgari. Ciò che ho apprezzato di più è stata sicuramente la tensione molto forte che si respira durante tutta la lettura. In verità Caleb è un personaggio magnetico e dannatamente misterioso. Impossibile prevedere cosa dirà o farà. Non è il solito arrogante, presuntuoso, tipico di questo genere di romanzi, in lui si cela qualcosa di estremamente umano e di indecifrabile, che viene fuori a pezzi.
Escludendo la mia paura, l’umiliazione e la nostra quasi nudità, questo era esattamente ciò che avevo desiderato non più di un’ora prima. Volevo che mi abbracciasse. Stai attenta a ciò che desideri…
Molte volte mi sono sorpresa delle sue reazioni nei confronti di Olivia, ed è stato proprio questo aspetto a farmi appassionare ancora di più alla storia.
Certamente è lui il filo conduttore della trama, il suo essere intricato e complicato, la sua essenza sfuggevole, l’impossibilità di una comprensione della sua personalità fino in fondo.



Mi è arrivato in modo forte e distinto il suo desiderio represso, la sua voglia di controllarsi in continua combutta con quella di cedere completamente alla passione e al coinvolgimento. Ho letto malinconia nel suo carattere distaccato ma mai lontano. Un distacco forzato che più di una volta è stato sul punto di vacillare.

Insomma Caleb è il classico esempio di un uomo che si porta addosso una maschera pesante e nera. Uno di quelli che si ritrovano a fare quello che fanno senza neanche sapere bene come, forzati dalle circostanze, dalla solitudine, dopo una vita di cattiverie, pronti a donarsi al primo che sembra voglia salvarti. E da allora, da quando Caleb fu salvato, di cose ne sono cambiate, e lui adesso sembra quasi trascinarsi addosso i suoi doveri, avendo probabilmente perso il senso di tutto questo.
Si chinò su di me, baciandomi le lacrime sul lato del viso. Non gli bastava scopare il mio corpo. Voleva scoparmi la mente. E stava funzionando. Volevo che fosse carino con me. Che mi baciasse. Che me lo rendesse 

Il senso lo ha perso negli occhi e sulla pelle di Olivia che non gli danno tregua. Nei suoi gemiti ma soprattutto nelle sue lacrime, in quella voglia malsana di volerla ferire e guarire allo stesso tempo perché mai come in questo romanzo piacere e dolore diventano la stessa cosa. Un unico turbinio di sensazioni maledette e necessarie per sentirsi vivi e forse per essere anche pronti ad amare. Per davvero.

Il primo inganno di Riccardo Landini Recensione

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Buon giovedì cari lettori! Grazie alla CentoAutori ho letto un Noir molto accattivante, di un autore, Riccardo Landini, davvero capace di intrigare ed inquietare al tempo stesso con il suo Il primo inganno.



Titolo: Il primo inganno
Autore: Riccardo Landini
Editore: CentoAutori
Genere: Thriller/Noir
Pagine: 232
Prezzo: 13,00
Uscita: Giugno 2016
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TRAMA

Cosa succede se, mentre sei intento a spiare una coppia clandestina, ti capita di vedere nella finestra del palazzo di fronte due balordi che violentano una ragazzina? E se nessuno ti crede quando lo racconti? E se ti intestardisci a voler scoprire a cosa hai realmente assistito? Brenno Sandrelli, perito assicurativo e detective a tempo perso incappa in una banda di stupratori assassini, ma la sua voglia di ficcare il naso dove non dovrebbe gli porterà un sacco di guai. Senza contare che, nell'ombra, qualcuno trama per ammazzarlo, inscenando un finto suicidio. La sua vita sarà sconvolta per sempre. E non ci sarà ritorno...



















Il primo ingannoè un romanzo pieno di suspense, di intrighi, con un intreccio davvero complicato ma che risulta paradossalmente semplice nella sua fruizione e nel suo meritato apprezzamento.

Il protagonista è chiaramente un antieroe. Brennoè un uomo che ha una vita che gli scivola noiosamente dalle dita, senza più slanci, né alcuna forma di passione. Ha quarant'anni e un matrimonio che fa acqua da tutte le parti. Una moglie che è distante, lontana, che sembra non provare più nulla di sentimentalmente valido per lui. Un rapporto in pieno stordimento, dettato da una confusione alienante che non fa altro che gettare Brenno ancora di più in una forma di apatia tuonante dalla quale cerca di uscire impegnando tutto il suo tempo nel lavoro. Fa il perito assicurativo ma nel tempo libero si trasforma in detective privato offrendo il suo intuito e fiuto investigativo a tutti quei mariti e a quelle mogli che temono il tradimento del loro compagno/a.

Ed è proprio durante un appostamento che lo vede alle prese con la scoperta e la conferma di un adulterio, che Brenno si ritrova gli occhi puntati al di là di una finestra come un’altra, dietro la quale però sta avvenendo uno stupro. Una ragazzina nuda, è inginocchiata davanti a due uomini che stanno per adoperarsi in modo indegno e colposo. La scena è un attimo, un fluire velocissimo di immagini che non lasciano il tempo al protagonista di rendersi conto realmente di ciò che sta accadendo. E’ vero ciò che ha visto o è stato tutto frutto della sua mente?
Non posso lasciar perdere. So quello che ho visto e so anche che in quell’appartamento ci sono le prove di quello che le hanno fatto.
Una domanda che turberà l’animo di Brenno per lungo tempo soprattutto perché nessuno sembrerà volergli credere quando racconterà di quell’atto immorale ed ingiusto.

Cosa fare, dunque? Lasciar perdere o cercare di capire davvero cosa è accaduto?

La risposta arriva quando l’uomo scopre che proprio in quei giorni è scomparsa una ragazzina. A quel punto decide di indagare da solo e di cercare la verità.
Lo stile di Riccardo Landiniè coinvolgente ed è deliziosamente noir.Le atmosfere sono cupe ed ombrose, il protagonista è marchiato dall’antieroismo, ma è un uomo che persegue la verità e come tale risulta empaticamente apprezzabile da parte del lettore.In più è dotato di una buona dose di autoironia che lo rende un compagno ideale in una lettura che si affronta in poche ore sia per la mole limitata del libro, sia per la capacità dell’autore di non perdersi in lungaggini inutili e di concentrare tutto il possibile in pagine limitate e per questo estremamente consistenti.
La seconda cosa a cui pensai fu di procurarmi un’arma. Non ero mai stato il tipo che smaniava per un fucile a pompa sotto il letto ma, con gente che aveva tentato di ammazzarmi senza alcuno scrupolo, dovevo rivedere le mie priorità.
Brenno si troverà coinvolto in una serie di situazioni che metteranno in pericolo la sua stessa vita, avendo lentamente tutte le conferme che cerca.
La sua esistenza sarà completamente stravolta dall’entrata in scena di un Male che non è più neanche tanto nascosto e che si manifesta attraverso gli aspetti più abietti e brutali della nostra società come la corruzione e la pedofilia.

I personaggi, le comparse, le voci sono tante e tutte riconducibili ad un unico gioco: l’inganno che sta a testimoniare, ancora una volta, che le apparenze, appunto, ingannano.
La faccia dell’uomo di fronte a me era più bianca della neve che stava riempiendo di fiocchi il cielo. Aveva l’espressione di chi si era visto sorpassare sul traguardo, dopo aver condotto in testa la gara fin dall’inizio. Io invece mi sentivo bruciare dal freddo, un freddo che non aveva nulla a che fare con l’atmosfera intorno. Un freddo che nasceva da dentro l’anima.
Il primo ingannoè il primo romanzo di una trilogia che sarà pubblicata prossimamente. Una storia che ha la sua resa dei conti ma che lascia il lettore con un finale pronto per mantenere alta e vivida la sua curiosità.


Una storia perfetta per gli amanti dei thriller e del genere noir, con uno stile avvolgente ma semplice, diretto, sintetico che arriva direttamente al punto focale. Non mancano i colpi di scena che rendono serrata ed inquietante la lettura. E non mancano neanche piccoli spunti di riflessione che riguardano la nostra realtà, capaci di evidenziare la strutturazione complessa ma completa dell’opera che si conclude rimandando esattamente all’inizio del romanzo, accentuando l’attenzione sulla perfetta circolarità della storia che lascia pienamente soddisfatti.

La ragazza silenziosa di Luigi Mancini Recensione

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Buon venerdì lettori! La recensione di oggi è dedicata ad un autore che conosco e di cui ho già letto opere precedenti. Sto parlando di Luigi Mancini e del suo ultimo romanzo, La ragazza silenziosa. Una storia dalle venature thriller ma che colpisce e conquista l'anima del lettore per la sua potenza evocativa, per la poeticità insita tra le pagine e per quella magia capace di dare voce al cuore attraverso il senso eterno di malinconia e speranza.


Titolo: La ragazza silenziosa
Autore: Luigi Mancini
Editore: Les Flaneurs
Genere: Romanzo
Prezzo: 12,00
Uscita: Luglio 2016
Manuel De Luca vive diviso a metà: da una parte la sua routine a Reggio Emilia, il lavoro da copywriter e la frequentazione del Kiss Café, gestito dalla bella barista Nicole; dall’altra i ricordi di un passato fatto di momenti felici, in cui le scene domestiche, l’esempio paterno e la dolcezza di sua madre si affiancano agli incontri intensi con una compagna di scuola. Quello per la ragazza silenziosa è un amore casto, fatto di sguardi e attese, un legame fortissimo che non ha mai avuto un esito. Ma il passato è destinato a riaffiorare nel corso di un’uscita con Grido, il compagno a quattro zampe di incantevoli passeggiate in campagna; Manuel sarà costretto a chiedersi se rivedrà mai la sua anima gemella: dov’è Giulia?

















La ragazza silenziosaè un romanzo sul tempo, sui ricordi, sulla malinconia che scivola via tra le pieghe della terra e gli intrighi delicati e soffusi dell’anima. Una storia che non è una storia ma una lunga lettera d’amore dedicata ad un qualcosa che non ha un vero e proprio nome ma che si avverte sbattere feroce e lusinghiero negli anfratti più nascosti del nostro sentire umano e magico.

E’ un romanzo breve che non deve essere letto ma sentito, interamente e totalmente con l’uso esclusivo dei sensi, dei sapori e degli odori che ciascuno di noi si porta dentro. Una storia diversa da qualunque altra non tanto per l’intreccio necessariamente costruito in base a norme comuni ma per ciò che si legge e si avverte in fondo, dietro, negli angoli più bui della mente che l’ha prodotta e di chi, con prontezza e rispetto, si accinge a lasciarsi coinvolgere da un’armonia distorta ma avvolgente, capace di riportarti alla luce il mondo.

Manuel è il protagonista. La sua vita è legata ai ricordi e alla memoria. Al padre che gli ha insegnato ad essere quello che è, alla madre, agli odori della sua terra ma ciò che lo rende un uomo che si sente vivo e legato alla vita è Giulia, una creatura quasi fantastica che conosce da tempo pur senza averci mai realmente parlato. I loro incontri sono fatti di passato e di nostalgia, di rumori assordanti e di un silenzio talmente tuonante da riempire tutto il resto.
Un silenzio che riempie il cuore di vita e il corpo di passione. E’ per Giulia che Manuel scrive, è a lei che dedica pensieri sparsi, volanti e sognanti, che si accavallano incastrati tra le pagine.
Ogni volta si mantiene tutta la magia del primo sguardo, tutto il fascino irrequieto dell’ultimo incontro, e ci guardiamo sempre come se fosse la fine, siamo in un continuo addio. Sorridi per un istante, sembra che tu voglia dirmi qualcosa, ma non lo fai, prendi a camminare, ti volti tre volte, l’ultima prima di girare l’angolo della scuola. Vuoi chiedermi qualcosa? Dovrei offrirmi di accompagnarti sotto il parapioggia fino alla fermata del tram? Forse, ma non ne ho il coraggio e nemmeno tu riesci a dire nulla, eppure il nostro legame, quest’intreccio di dita invisibili, diventa sempre più forte.
La ragazza silenziosa non è un romanzo usuale. La trama caratterizzata dalla scomparsa misteriosa di Giulia e dall’intento di Manuel di scoprire la verità, dopo il ritrovamento della sua borsa nel bosco, è offuscata dalla vena poetica e fortemente evocativa che colora di eternità e di sogno l’intera storia.

L’intreccio classico assume toni certamente da thriller ma non è questo che colpisce e conquista il lettore bensì tutto quello che l’autore si tiene dentro e lentamente lascia scivolare fuori come se le parole scorressero sinuose tra le curve di una pagina fatta di seta.

Seta nera perché il silenzio di questo romanzo l’ho immaginato oscuro e buio, introverso, racchiuso in un bozzolo di restrizione e desideri infranti.
Malinconia, amore, desiderio, carnalità, visione, sono tutti aspetti che caratterizzano lo stile di Luigi Mancini che non dice mai solo quello che appare. La sua scrittura apre una porta apparentemente insondabile su altri luoghi, altre circostanze, altre creature che popolano il suo petto e infervorano i battiti del suo cuore.

Emozioni e sensazioni languide e multiformi si mescolano nell’atmosfera così carica di sogni e di incubi costanti, di fantasmi e figure magiche.
La ragazza silenziosa è Giulia, la sua essenza inafferrabile, quella voglia eterna di tenerla lì ad un passo da lui senza mai afferrarla.

La sospensione di un attimo che dura una vita intera e la consapevolezza di poter condividere tanto, persino tutto, anche senza voce, anche senza sguardo, solo con la condivisione e lo sfioramento dell’anima.
Leggendo sono stata trasportata in spazi alternativi, culle di dolore e incanto.
Mi piaceva vagare nei sentieri di campagna, soprattutto quand’era grigio, quel cielo prossimo a piovere che sembra dire: Ho dentro tanto dolore e vorrei farlo cadere.
Un mare di silenzio che con le sue onde rendeva al mio cuore una melodia straziante ma vera. Una presenza costante della fine, della morte, della caducità dell’esistenza attraverso il pensiero incessante del passare del tempo e della distorsione degli attimi felici in gelide manifestazioni di staticità.

Manuel ama Giulia di un amore che aleggia come un’ombra che non teme la luce. Un’ombra che non esisterebbe senza i momenti più luminosi che fanno parte della vita ma è nella dimensione più nascosta e celata che si nutre di se stessa. Un amore evocato, che è invaghito ed invaghisce, un amore torturato e adorato, leggero ma corposo, sentito nella mente come nelle ossa.
Giulia, l’incantevole ragazza che era scomparsa nel nulla, si era accorta di me, ancora una volta, gridava aiuto e io non potevo non sentirla.
Luigi Mancini, ancora una volta, ci regala un pezzo del suo mondo, del suo sentire vago ed incerto eppure fisico, capace di tracciare percorsi di insane meraviglie e vellutate tragicità sulla nostra stessa pelle. Lui scrive, noi leggiamo e ci ritroviamo con i segni addosso. Piccole punte nere di sacrificio e soddisfazione che decretano la sua capacità di parlare direttamente alla parte più istintiva, romanticamente sbagliata di una vita che non sarebbe nulla senza l’emozione.
Senza la fuga delle sensazioni, senza la poesia dell’eternità, senza il richiamo lugubre e dissonante dell’ammaliante malinconia.

Quello che racconta è la storia di un rapimento ma non nel senso fisico del termine. Il rapimento della parola, del silenzio, della poeticità. Luigi Mancini scrive per rapire e per rapirsi, ogni volta, ogni dannata volta. Rapimento e libertà sono un’unica cosa indissolubile e contrastante che rende il suo stile personale ed unico.
Forse, anche tu, mio amante silenzioso, mentre non dici, mi parli d’amore.


Bad Boy. Mai più senza di te di Blair Holden Recensione

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Buon lunedì cari lettori! Grazie alla Sperling&Kupfer ho letto anche il secondo volume della serie Young Adult Bad Boy. Mai più senza di te di Blair Holden. La storia tra Tessa e Cole non si è ancora conlcusa...



Titolo: Bad Boy. Mai più senza di te
Autore: Blair Holden
Editore: Sperling&Kupfer
Genere: Romanzo Young Adult
Pagine: 352
Prezzo: 17,90
Uscita: Agosto 2016

L'amore è un po' come una caduta libera: più intensamente ti innamori, più è doloroso toccare il fondo. E Tessa lo sa bene: dopo la rottura con Cole, è quasi certa che nessuna parte di sé sia sopravvissuta alla caduta. Con il cuore e l'anima in mille pezzi, ogni volta che lo vede, si destreggia in equilibrio precario tra la voglia di urlargli contro tutta la sua rabbia e la sua delusione, e quella di implorarlo di sdraiarsi accanto a lei e stringerla tra le braccia. Perché lei ci aveva creduto…

















Bad Boy. Mai più senza di teè il sequel tanto atteso della storia tra Tessa e Cole, nata inizialmente su Wattpad e che ha raggiunto, in poco tempo, un grande successo.
Una coppia che è scoppiata proprio alla fine del primo libro e che ha faticato davvero tanto per costruirsi.
Tessa è una ragazza profondamente insicura, che ha vissuto fin da bambina, atti di bullismo di ogni genere. Vive con estrema difficoltà l’aspetto sociale della sua esistenza ed è continuamente preda di fragilità e ripensamenti.

Cole è il classico bad boy dal cuore d’oro. Inutile girarci intorno. Ci troviamo di fronte un ragazzo davvero bello che fa strage di cuori da tutte le parti. Nonostante la loro sostanziale diversità, nel primo libro assistiamo al lento avvicinarsi dei due che avviene in modo spontaneo e naturale. Certo, Tessa ha non poche difficoltà a fidarsi di uno come Cole, così bello e così ricercato ma soprattutto così diverso da lei e da tutto ciò che la giovane donna è sempre stata costretta ad affrontare. Ma il ragazzo è molto protettivo e si adopera in tutti i modi affinchè Tessa possa avvicinarsi a lui senza alcun timore.
Ecco qual è il problema del tempo: non gliene frega niente di te. Non gl’importa se sei stato distrutto o massacrato senza rimedio. Non gl’importa se soffri per una perdita talmente grande che ti fa male il cuore ogni volta che respiri. Magari avresti voglia che rimanesse immobile, all’infinito, ma non è così che funziona, vero?
Ed è così che assistiamo alla nascita di una delicata ma anche divertente storia d’amore, caratterizzata da uno stile di scrittura frizzante e approfondito che non lascia irrisolta nessuna manifestazione caratteriale dei due protagonisti.
Cover originale
L’autrice li inserisce a tutto tondo all’interno del contesto, creando due protagonisti che già alla prima occhiata saltano all’occhio per le loro differenze di personalità e soprattutto di stili di vita eppure ci si affeziona subito ad entrambi, riconoscendo, pur nelle loro numerose opposizioni, quell’armonia e quella complicità tale da renderli una coppia perfetta.

Peccato che l’impressione sia soltanto nostra perché ben presto sarà proprio Tessa a rendersi conto che Cole non è così ineccepibile come immaginava. Il ragazzo le confessa di averla tradita in una notte di cui, tristemente non ricorda assolutamente nulla.
Sono confusa. Da una parte ho avuto tempo di pensarci e ho capito che forse abbiamo fatto un sacco di errori entrambi, quel giorno. E’ stata tutta una catena di disastri. Dall’altra parte però, c’è lei ed è qui. L’hai portata tu e non so più cosa pensare. Ma non stai proprio dicendo che mi odi.
La donna soffre terribilmente per questa scoperta e per tutto ciò che rappresenta. Una rottura, dunque, che mette in dubbio tutto il loro rapporto e soprattutto il futuro delle loro vite. Infatti Tessa, nonostante l’angoscia della perdita e la delusione profonda, cerca di affrontare il problema pensando al college e all’inizio di una nuova fase della sua esistenza.

Grazie alla presenza di Lan, amico di entrambi, i due cominciano a riavvicinarsi anche perché Cole non ha nessuna intenzione di perdere l’amore della sua vita.
Purtroppo però la loro storia d’amore non è destinata alla felicità o quantomeno alla serenità e alla pace immediata perché pur tornando insieme e frequentando il college, il loro legame sarà messo continuamente alla prova da una serie di ostacoli tra cui la presenza costante di giovani donzelle in calore che non vogliono altro che saltare addosso a Cole.
Tessa combatte continuamente contro le sue insicurezze mentre Cole cerca di rassicurarla in tutti i modi, sinceramente pentito dell’errore commesso.
Io peggioro soltanto le cose, non è vero? No, tu hai sempre reso tutto migliore. Ho solo bisogno che tu capisca da dove vengo. Se faccio qualcosa di stupido, se per me è difficile fidarmi di te, devi sapere perché.
La psicologia dei personaggi, come era accaduto anche nel primo romanzo, è presente e realizzata in modo esaustivo e completo. Assistiamo con il magone e con i nervi a fior di pelle alla sofferenza di Tessa e alla presenza di avances di ogni genere dedicate a Cole, che diventa il premio più ambito per le ragazze del college. Insomma, l’autrice è molto brava a fare in modo che il lettore si senta completamente addentrato nella storia, perché nulla viene scritto ed affrontato in modo superficiale, ma tutto segue un percorso ben definito che porta con sé delucidazioni e logiche.

Voglio dire, chi nella sua vita non ha vissuto quelle piccole tragedie che hanno adombrato il proprio cuore? Chi non ha subito delusioni, non è stata ferita e chi non ha dovuto perdonare?

A parte qualche nota negativa da appuntare al personaggio di Tessa, a volte troppo poco combattiva, Cole riesce ancora una volta a conquistare l’animo di noi romantiche, ancora di più dopo aver capito di aver sbagliato e di voler in ogni modo possibile rimediare.
E’ fin troppo chiaro l’amore che prova per Tessa e il suo carattere dolce e dannato, rende ancora più deliziosa la lettura.
Un aspetto che però non ho condiviso è la scelta di non esaurire la storia in questi due volumi ma di proseguire verso un terzo. Inizialmente si era detto che fosse una duologia ma per evidenti circostanze di mercato, hanno cambiato idea.
In questo modo abbiamo ancora una volta un finale che non è conclusivo ma che rimanda evidentemente ad una prossima lettura. Nonostante questo aspetto che può piacere o meno ma lascia sicuramente il tempo che trova, Bad Boy. Mai più senza di te si conferma una lettura per le giovani anime innamorate dell’amore ancora in cerca di qualcosa di tormentato ma delicato che sappia rendere caldo e al contempo coinvolgente e leggero un momento dedicato al sogno e all’immaginazione.



L'imperfetta di Carmela Scotti Recensione

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Buon martedì cari lettori! Grazie alla Garzanti ho letto un romanzo che mi ha colpito direttamente al cuore e conquistato! Carmela Scotti, una voce nuova nel panorama letterario italiano che ha scritto un romanzo così avvolgente e penetrante da cucirti le impressioni addosso. Non perdetevi L'imperfetta.


Titolo: L'imperfetta
Autore: Carmela Scotti
Editore: Garzanti
Genere: Romanzo 
Pagine: 200
Prezzo: 14,90
Uscita: Agosto 2016
Per Catena la notte è sempre stata un rifugio speciale. Un rifugio tra le braccia di suo padre, per disegnare insieme le costellazioni incastonate nel cielo, imparare i nomi delle stelle più lontane e delle erbe curative, leggere libri colmi di storie fantastiche. Ma da quando suo padre non c’è più, Catena ha imparato che la notte può anche fare paura e può nascondere ombre oscure. L’ombra delle mani della madre che la obbligano al duro lavoro nei campi e le impediscono di leggere, quella degli occhi gelidi e inquieti dello zio che la inseguono negli angoli più remoti della casa. Le sue sorelle sembrano non vederla più, ormai è la figlia imperfetta e il ricordo del calore dell’amore di suo padre non basta a riscaldare il gelo nelle ossa. Catena ha solo sedici anni e decide che non vuole più avere paura. E l’ultima notte nella sua vecchia casa si colora del rosso della vendetta. Poi, la fuga nel bosco, dove cerca riparo con la sola compagnia dei suoi amati libri. È grazie a loro e agli insegnamenti del padre che Catena riesce a sopravvivere nella foresta. Ma nel suo rifugio, fatto di un cielo di foglie e di rami intrecciati, la ragazza non è ancora al sicuro. La stanno cercando e per salvarsi Catena deve ridisegnare la sua vita, la vita di una bambina che è dovuta crescere troppo in fretta, ma che può ancora amare di un amore, forse imperfetto, ma forte come il vento.


















L’imperfettaè un romanzo che mi ha letteralmente rapito. Una storia che è forte e delicata insieme, morbida e cruda, potente e maledetta nella stessa misura. Una copertina che devo essere sincera, conquista al primo sguardo, trasmettendo quel silenzio intriso di dolcezza e di riflessione, necessari per comprendere a fondo la storia malinconica della protagonista che ha un nome capace di racchiudere il senso della storia.

Catenaè una ragazza che ha alle spalle dolori e tragedie, uno spazio d’amore davvero troppo breve per la sua fragile esistenza. Il legame con il padre, con il quale ha sempre condiviso l’amore per i libri e per le stelle, è così forte e radicato profondamente dentro di lei da darle la forza ed il coraggio di andare avanti anche quando lui non c’è più.
Nel momento in cui chiuse gli occhi, io, sua figlia Catena, dissi ‘padre’ per l’ultima volta, perché la parola moriva prima di lui. Prima quando mio padre viveva, tutto iniziava, accadeva e finiva. Dopo è stato solo un precipizio, un tempo spaccato, come il fuoco d’artificio nella notte, in mille pezzi e poi più niente.
Il resto della famiglia è un quadro fatto di orrore e di rifiuto. La madre di Catena la odia perché non ha mai sopportato il marito e la figlia è in tutto e per tutto uguale a lui. Da quando il padre li ha lasciati, Catena è diventata assolutamente invisibile sia per la madre che per le due sorelle ma purtroppo non per lo zio, il fratello del padre. Infatti l’uomo è solito frequentare la casa e usare molto più le mani che le parole ed è così che la protagonista si ritrova più volte a soccombere all’irruenza e alla violenza di un uomo che dovrebbe proteggerla ma la verità è così inquietante da essere altresì inevitabile: nessuno può proteggere Catena e l’unica soluzione appare essere la fuga.
Racconterò del male che mi fece, quel giorno e nei mesi che seguirono, di come nessuno corresse ad aiutarmi, nonostante il mio grido si spandesse per tutte le campagne ed entrasse in tutte le case attraverso le finestre aperte.
Catena è l’imperfetta, quella sbagliata, quella che non dovrebbe esistere, quella che decide di scappare, di rifuggiarsi nel bosco e di compiere numerosi atti che hanno il sapore della vendetta per riscattare se stessa. In tutta la sua esistenza dilaniata dall’assenza del padre e di quell’amore che è stato tagliato a pezzi, non le restano altro che i libri e le stelle.

Lo stile di Carmela Scottiè una sorprendente poetica fatta di tremiti e magia.Dal titolo fino al nome della protagonista, tutto, ogni singolo aspetto della storia, è una fragile ma eterna metafora di violenza e sopravvivenza.
Catena è un personaggio molto complesso, una figlia del silenzio e delle lacrime.
Gli occhi li tengo chiusi, invento un mondo d’acqua dove vivere per sempre, dove non sentire dolore e domande, dove galleggiare a braccia larghe.
La sua storia è fatta di sangue e di nostalgia. Di buio e tristezza. Una fuga che diventa la vita stessa e un cammino costellato di ostacoli e inganni.
Il tempo è un fattore fondamentale del romanzo. Ci sono due filoni temporali da seguire: il primo è il presente caratterizzato dalla descrizione di Catena e della sua vita mentre un altro è il futuro che, come un conto alla rovescia, ci porta fino alla fine del libro.
L'acqua velenosa io l'ho bevuta, ho accolto i calci che sono arrivati, ingoiato gli sputi. Ho fatto tutto quello che mi hanno chiesto le guardie, per morire e dirmi innocente ai loro occhi, ma sono ancora viva e colpevole. Sono la strega in mezzo a tutto questo esercito di morti.
Tutto questo non crea assolutamente confusione ma rende avvolgente e sentita la melodia narrativa. La voce dell’autrice che arriva dal nulla, il nulla di chi non è ancora conosciuto, di chi non ha ancora un posto nel mondo editoriale, e si impone con grazia ma consistenza.

Carmela Scottiè una scrittrice da non dimenticare e non ho paura a scommettere che chiunque leggerà L’imperfetta  la porterà nel cuore.
L’ambientazione siciliana di fine 800 rende ancora più difficile ma vera la condizione esistenziale di Catena che per sopravvivere ai soprusi, alle violenze e all’indifferenza non aveva molta scelta.

Inoltre tutti coloro che amano spassionatamente i libri e il loro potere salvifico, non possono lasciarsi sfuggire questo romanzo che è verità e poesia insieme.
L’imperfetta non vi lascerà indifferenti per il coraggio, la determinazione, il dolore e la voglia di vivere in contrasto con quella di morire. Il richiamo della morte è così forte da essere a volte, l’unica soluzione plausibile ma la vita ha il fascino dell’eccezionalità e dell’unicità.
Come riuscire davvero a rinunciarvi?

Ogni frase andrebbe sottolineata, ogni parola ricordata, oltre il tempo stesso della storia, oltre la vita stessa della protagonista.
Ogni attimo, ogni respiro e battito che Carmela Scotti ha creato, va colto e cullato, ognuno dentro la propria anima.



September Giveaway! Due anni del blog e si vince Torna da me e Love. Un nuovo destino + Peluche di Minnie!

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Buongiorno miei cari lettori! Oggi è una giornata molto speciale! Il blog ha compiuto da qualche mese due anni e voglio festeggiare con voi e con tutte le persone che mi seguono con affetto e sostegno, questo piccolo grande traguardo. In due anni sono successe tante cose. Ho creato questo spazio tutto da sola, ho conosciuto le case editrici, con alcune ho stretto davvero un legame che mi riempie di soddisfazioni, basato sulla fiducia e sul rispetto. Lo stesso posso dire delle persone che ho conosciuto attraverso questo spazio e a cui mi sento di dire:



Lo so che siete curiosi, ebbene vi rivelo subito lo scopo di questo post. Un bellissimo Giveaway per festeggiare Settembre che è il mio mese preferito e anche quello della mia nascita e i due anni del blog!

Cosa si vince?

Due copie cartacee di due romanzi molto diversi tra loro ma molto belli!

Torna da me di Mila Gray


Leggi la recensione

Love. Un nuovo destino di L.A. Casey


Leggi la recensione


Ma non è finita qui. 

Anche un dolcissimo peluche di Minnie con cupcake, altezza 45 cm!




Ovviamente tutti e tre i doni sono NUOVI.




Il Giveaway parte mercoledì 7 Settembre e finisce venerdì 7 Ottobre!


Come fare per partecipare?

Basta compilare il modulo che troverete alla fine di questo post.

Le regole sono queste:

Più regole seguirete, più avrete la possibilità di vincere.

1 - Unirsi al blog come lettore fisso. (Per farlo basta un account gmail).

2. Se fate unire anche una persona che conoscete, i punti aumentano. (La persona che fate unire può partecipare al giveaway seguendo le regole ma non è obbligatorio. Questo significa che per farvi ottenere più punti basta semplicemente che sia iscritto come lettore fisso anche senza partecipare.)

3 - Mettere Mi Piace alla pagina Facebook del blog.

4. Se fate mettere Mi piace alla pagina anche ad una persona che conoscete, i punti aumentano. (La persona che portate può partecipare al giveaway seguendo le regole ma non è obbligatorio. Questo significa che per farvi ottenere più punti basta semplicemente che la persona metta il proprio like alla pagina anche senza partecipare al gioco.)

5 - Seguirmi su Twitter.

6 -  Seguirmi su Instagram.

7 - Lasciate un commento sotto questo post con il nome con cui mi seguite ed eventualmente il nome della persona che si è unita grazie a voi e che ha messo Mi piace grazie a voi, e la vostra email per essere contattati in caso di vincita.

Per qualsiasi problema potete scrivermi a questa mail: amicadeilibri@gmail.com

a Rafflecopter giveaway


E adesso?


Buona Fortuna!


Le Cronache di Ravanphis di Alessandro Bugliazzini Recensione + Intervista!

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Buon giovedì! La recensione di oggi è dedicata ad un romanzo Fantasy corposo e molto interessante. Lo stile dell'autore, Alessandro Bugliazzini è perfetto per la storia, e la trama di Le Cronache di Ravanphis è un intreccio di mistero e leggende. La presenza della magia è molto forte come quella del mare. Per chi adora questo tipo di atmosfere è una lettura che consiglio! 


Titolo: Le Cronache di Ravanphis
Autore: Alessandro Bugliazzini
Editore: Selfpublishing
Genere: Fantasy
Pagine: 822
Prezzo: eBook 2,99
Link acquisto 


TRAMA


Il mondo di Ràvanphis è profondamente diviso dal mare e da insormontabili montagne. Pharados, un uomo dai poteri quasi divini e mosso dal rancore più profondo, viene cacciato dal luogo in cui è nato fino ad arrivare ad una terra lontana, dove non può essere ostacolato e sulla quale costituisce il proprio impero. La crudeltà e il potere dei suoi discendenti si affievolisce con il passare dei secoli, fino al giorno in cui uno di questi, l'imperatore Tusna, inizia a comprendere quanto gli è stato segretamente tramandato e il desiderio di vendetta all'interno della propria essenza. Un uomo coraggioso, Farthan, accompagnato da Kalatur, uno strano e misterioso criminale che lui considera come la propria nemesi, partiranno per volere di Tusna alla volta di Tyrnémos, le terre ad ovest dell'impero oltre un grande mare; tanto lontane da essere sconosciute agli abitanti dell'impero e cariche di una magia che tutti credono inesistente. Ma Tyrnémos si rivelerà il luogo peggiore nel quale potessero capitare; l'influenza degli antichi poteri di quelle terre, le sue maledizioni e un terribile esercito nero, si riveleranno tanto forti da rendere la sorte di ogni suo abitante, o viaggiatore, una continua sfida contro l'orribile e mortale natura di quei luoghi.


















Le cronache di Ravanphisè un romanzo che segue in modo chiaro e preciso le caratteristiche del genere narrativo a cui inevitabilmente fa riferimento. E’ un Fantasy ben costruito, la cui personalità originale e potente emerge attraverso un intreccio solido che si nutre di immaginazione e realtà.

L’ambientazione principale è quella del mare, delle acque scure ed insidiose che contornano l’impero centrale, la dimensione che raccoglie in sé ogni aspetto metaforico ed umano.
I suoi occhi scrutavano nell'oscurità della notte e le sagome delle ombre degli uomini e delle povere costruzioni rese evidenti dai fuochi accesi, ricordando con fredda nostalgia il castello e le splendide città della sua terra costretto ad abbandonare; sorrise nell'immaginare come un giorno lui, o qualcun altro a cui avrebbe lasciato il suo retaggio, avesse distrutto le mura e cancellato la vita di coloro che lo avevano tradito. E quello stesso giorno, nell'odio, nacque l'impero centrale.
Il potente e arrogante signore delle vaste terre di quell’Impero è Tusna, un personaggio molto particolare, che è davvero difficile inquadrare.
Va subito riconosciuto all’autore il grande lavoro di costruzione di un vero e proprio mondo, universo creato dal nulla e caratterizzato fin nei minimi dettagli. Eppure se dovessi scegliere cosa sia meglio all’interno di questo romanzo, non saprei farlo perché ho apprezzato sia la resa delle ambientazioni sia quella dei personaggi.
«Una sorta di tronco intagliato e dall'aspe o orribile.» nel rispondere, mentre cercava di mostrare le dimensioni dell'ogge o, facendo dei gesti con le mani e allargando vistosamente le braccia, osservò di traverso i volti curiosi di alcuni soldati, «I pirati lo chiamano totem.»
Kalatur e Farthan sono i due opposti, sono le due facce della stessa medaglia, essi incarnano il bene e il male in un’unica ed intricata volontà dell’autore di rendere questa storia molto più di un semplice Fantasy.
Il primo è un incredibile ed oscuro mercenario mentre il secondo è un guerriero dell’impero ed è proprio in lui che si concentrano le virtù più alte e più vicine alla lealtà e all’obbedienza.

Questi due personaggi così diversi eppure entrambi estremamente affascinanti, riescono a catturare subito l’attenzione del lettore che viene incuriosito dai loro scontri e dalle loro conseguenti riappacificazioni fino a scoprire, lentamente la vera natura di entrambi.
A quello sguardo Farthan si rese conto che forse aveva toccato il giusto argomento. «Davvero credi che Kalatur abbia in mente per voi qualcosa di simile alla libertà?» scosse la testa in un gesto simile alla compassione, «O forse credi che sarà solo per te?»
Il mare è la culla di un infinito che ha il sapore della magia e dei totem. Sono questi oggetti a volte maledetti, altri miracolosi a tenere in mano le sorti dei naviganti. Ciascun personaggio, da quello meno importante a quello più provato, hanno il loro spazio all’interno della storia. La peculiarità e la condiscendenza con cui l’autore descrive ognuno di essi è ammirevole, come se non volesse lasciare niente di non detto.

Partenze e ritorni, viaggi e approdi, strani signori e fantasiose creature che popolano la terra come il mare pronte a fare tanto il bene quanto il male.
La presenza magica è molto forte, come quella dell’insidia e dell’inganno.
Morte, sangue, tradimento e strani sussurri di nuove ed improbabili alleanze si diffondono tra le pagine e niente è quello che sembra.

L’autore ha uno stile pulito, scorrevole, utilizza termini semplici ma anche particolareggiati in grado di donare alla sua opera quell’aria di storicità che la rende una vera leggenda.
L’atmosfera è intrisa di mistero e di oscurità perché non si tratta di una storia semplice né leggera ma di un vero e proprio Fantasy scritto in modo consapevole e mirato.
I valori messi in gioco sono tanti così come gli scontri intestini e le realtà parallele che spesso prendono il sopravvento rendendo tutto ancora più difficile.
«Ma non tu e le cose sono come sembrano.» continuò mentre il suo sguardo si mosse velocemente su Farthan e il suo allievo per poi tornare sul reggente, «Potete vedere con i vostri occhi che abbiamo salvato e portato con noi quanti più soldati appartenenti a quello stesso impero che ci ha condannati.» la sua voce si fece più chiara, quasi avesse voglia di urlare, «Non è forse abbastanza per dimostrare la mia buona fede? Forse alcuni degli uomini su quel vascello non troveranno mai la libertà a causa dei loro crimini, ma sono convinto che Tyrnémos potrebbe essere per loro o per me una possibilità per risca are la dignità che ci è stata tolta da un tiranno; un imperatore senza meriti, di una terra conquistata dai suoi antenati con chissà quali oscuri inganni.»
Mi ha colpito molto il personaggio di Kalatur, un uomo che è davvero impossibile da comprendere. E’ come se in lui si nascondessero più identità diverse. Un fascino inspiegabile e sicuramente oscuro avvolge le sue parole così come la sua nave: il Gabbiano d’oro.

L’autore riesce a trasmettere quella dimensione incantata e necessaria affinchè il lettore dimentichi che sta leggendo qualcosa di inventato e venga suo malgrado catturato da ciò che sta conoscendo e vivendo.

Non è facile coinvolgere a tal punto chi legge da rendergli verosimile e soprattutto interessante qualcosa di impossibile. Eppure qui accade; accade grazie alla prontezza della scrittura, all’originalità e alla preparazione di chi l’ha scritta. Ma soprattutto all’intrigo che fin troppo spesso mette in evidenza come qualsiasi cosa abbia una doppia faccia.

Il ritmo appare sin da subito ben scandito attraverso un inizio che affonda le proprie radici nel passato, quando l’impero centrale fu creato da uno degli antenati di Tusna, il terribilePharados. Lentamente la trama si infittisce, la velocità narrativa acquista spessore e si intinge di un senso sempre più strabiliante: il potere. E’ per quello che questa storia è stata scritta ed è per quello che le anime umane e quelle fantastiche lottano e versano fiumi di sangue.
Restò il silenzio, ma Farthan percepì l'immobilità e il torpore diminuire lentamente mentre il tempo continuava a scorrere, riuscì per prima cosa a muovere la testa e fu felice di questo, poiché avrebbe potuto voltarsi in quasi tu e le direzioni e osservare se di lì a poco sarebbe arrivato il demone che lo avrebbe divorato o torturato per l'eternità.
L’aria s’incupisce pagina dopo pagina, uomini, strane creature e signori di terre sconosciute fanno il loro ingresso mescolandosi ai protagonisti ed impreziosendone le qualità.
Le cronache di Ravanphisè un Fantasy che troverete diverso leggere. A me ha dato l’impressione di avere una sua anima, indipendentemente dall’autore, come se fosse un mondo a se stante, talmente racchiuso nel suo bozzolo di perfezione esistenziale da essere autonomo e per questo ancora più pericoloso.

I protagonisti vi accompagneranno in un viaggio oltre qualsiasi confine e soprattutto oltre i vostri stessi limiti, nel quale non ci saranno timori né dubbi, tutto sarà concesso, perché tutto può essere umano e magico al contempo, tutto un rischio che varrà la pena correre.




Salve Alessandro, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuto!


Alessandro Bugliazzini
1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

Come ha detto Natalie Ginzburg in modi certamente diversi, il lavoro dello scrittore è il più bello che ci sia al mondo, ed è proprio questo che significa per me.
Ho iniziato a scrivere per me stesso da quando avevo dodici o tredici anni, ma seriamente e con l’intenzione di proporre il mio lavoro agli altri soltanto dopo i trent’anni.

2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Questo romanzo rappresenta per me un semplice punto di partenza dal quale poter migliorare e proseguire con la stessa costanza con cui ho iniziato; il perché è racchiuso nella prima parte di questa stessa risposta.

3 – Le Cronache di Ràvanphis è un romanzo epico, pieno di personaggi, di scenografie umane e magiche, dove l’immaginazione è il cuore dell’azione, insieme agli scontri e ai misteri da risolvere. A cosa si è ispirato per scriverlo?

I nomi dei luoghi e dei personaggi, li ho presi a prestito, come per alcune altre piccole sfumature, dalla cultura etrusca a cui sono molto legato per le mie origini. In alcuni casi ho usato direttamente dei nomi senza alcuna modifica, in altri ho fuso le sonorità e i significati della lingua etrusca con quella celtica per creare l’effetto a cui stavo pensando, ma non è un romanzo storico, quindi non si troverà nulla della realtà etrusca se non in piccoli e isolati dettagli non sempre decifrabili.
L’ispirazione arriva piuttosto da un foglio bianco, dai momenti di quiete, dalla concentrazione durante la quale i personaggi e le vicende prendono vita da sé, senza forzature. Molti anni passati a leggere diversi generi letterari aiutano in questo compito, ma di base l’intenzione era quella di creare una mia storia ideale e trasferire in quella la mia migliore scrittura.
Spero di esserci riuscito e di continuare a farlo.

4 – La storia è il risultato di un intreccio in cui emergono coraggio, pericolo, tradimento e soprattutto inganno. Qual è il messaggio o i messaggi di questa storia che i lettori dovrebbero cogliere?

Ho sempre allontanato l’idea che in un racconto, breve o lungo che fosse, si dovesse ricercare un messaggio. È quasi un’abitudine, insegnata da sempre sui nostri banchi di scuola e che in un certo senso pretende di mettere alla prova un lettore nei confronti dell’autore.
Nella stesura de “Le Cronache di Ràvanphis” non ho mai pensato ad alcun messaggio, perché la mia intenzione di raccontare è sempre e troppo più forte della pretesa di insegnare; se invece un lettore attento e sensibile ne dovesse cogliere alcuni, lo posso rassicurare sul fatto che ogni messaggio è fine soltanto ai personaggi della mia finzione.

5 – A cosa si è ispirato per il personaggio di Farthan e Kalatur?

Sono opposti. Il primo è l’idea di un eroe onesto e cortese, ma come tale, e proprio per la natura legata al desiderio di riuscire a fare la cosa giusta, il destino lo condurrà a prove sempre più difficili senza la certezza di trovare una via definitiva; il secondo è un criminale quasi senza coscienza, ma non per questo la sua strada dev’essere in discesa. Potrei quasi dire che ogni persona racchiude in sé entrambe le loro nature, per questo l’ispirazione per entrambi non è da ricercare in luoghi troppo lontani che non siano la forma più classica di eroe e antieroe.

6 – Qual è il personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta?

Amo in maniera viscerale ogni mio personaggio.
Non c’è stato uno solo di loro con cui io non abbia legato in un’empatia tanto forte da comprendere ogni sua decisione, da soffrire assieme a lui nel dolore o gioire nella fortuna. Ma probabilmente il personaggio di Hiulo (quello privato di un occhio), pur sembrando uno dei personaggi meno importanti della storia, è tra quelli che mi ha stupito di più per il modo in cui si è legato a me nelle sue vicende.
E in effetti sto già lavorando ad un racconto breve riguardo appunto alla sua storia, che resterà comunque staccata dal filone principale delle Cronache.

7 - Cosa pensa del selfpublishing e della pubblicazione con una Casa Editrice?

Non avendo mai pubblicato con una casa editrice non posso fare un vero e proprio confronto, se ne parla molto in rete e di certo il selfpublishing richiede uno sforzo che va oltre la semplice stesura di una buona bozza.
Il lavoro di editing richiede tempo e molto spesso non è all’altezza delle aspettative; in quel caso bisogna rileggere e ricominciare, consapevoli che non sarà l’ultimo sforzo prima di un risultato soddisfacente. In ultimo c’è la distribuzione, la scelta dei canali giusti e il tentativo della visibilità.
Dalla parte opposta una Casa Editrice può curare molto del lavoro già citato, ma al prezzo di una minore libertà di scelte personali e stilistiche che in alcuni casi potrebbero, perché no, fare la differenza.

8 - Di che colore è il suo romanzo e se dovessi associarlo ad un odore, quale sarebbe?

Anche se spesso le atmosfere della mia narrazione non sembrano esserle, il colore del romanzo è senza dubbio il nero, proprio come la copertina.
Per l’odore ho qualche dubbio… probabilmente quello di un vecchio legno stagionato che nella storia troviamo nella forma dei principali mezzi di trasporto e di importanti oggetti magici.

9 - Quali emozioni prova mentre scrive?

Le stesse che provano i miei personaggi e che spero i lettori possano ritrovare.

10 – Chi è Alessandro Bugliazzini nella vita di tutti i giorni?

Un visionario perfettamente comune come molte persone che conosco, ma che tenta di rendere reali le sue visioni. Con una moglie in grado di comprenderlo e molte passioni, prime fra tutte la lettura, la scrittura e la comunità Linux.

11 – Perché i lettori dovrebbero leggere Le Cronache di Ràvanphis?

Come ho già detto non ho la pretesa di insegnare, soltanto quella di raccontare storie nella mia maniera. L’intenzione della mia scrittura è quella di far divertire chi legge, sorprenderlo, e magari farlo appassionare.

12 – Le chiedo di lasciarci con una citazione estrapolata dal suo romanzo che vuole leggano i lettori.

Farthan annuì esternando l'enorme soddisfazione di quel momento in un gesto simile ad un sorriso. «Spero con tutto me stesso che sia stata l'abilità a rendermi vittorioso, piuttosto che la fortuna.»
  

Nuove uscite Settembre Leone editore!

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Pagine 416 - Prezzo 13,90



Sacha Winters vive a Parigi e non può morire – almeno fino al suo diciottesimo compleanno. Una maledizione infatti prevede che tutti i primogeniti maschi della sua famiglia muoiano al compimento della maggiore età. Fino ad allora, qualsiasi ferita il ragazzo subisca, il suo corpo si rigenera nel giro di pochi secondi. Dopo averlo scoperto Sacha ha cominciato a trascurare la scuola e a vivere di espedienti, cercando di utilizzare la sua capacità per mettere da parte più soldi possibile per la madre e la sorella minore. Taylor Montclair è invece una brillante studentessa inglese che sta facendo tutto il possibile per essere ammessa a Oxford, e che soffre sempre più spesso di fortissime e inspiegabili emicranie. Conosciutisi tramite Internet, Sacha e Taylor provano un’istintiva simpatia l’uno per l’altra, ma terrificanti creature sono già sulle loro tracce, per assicurarsi che i due ragazzi non si incontrino mai e che la maledizione si avveri… per l’ultima volta. The Secret Fire è il primo dei due libri che compongono Le cronache degli Alchimisti; il secondo uscirà in Italia nella primavera 2017. A un anno dalla pubblicazione nel Regno Unito, la saga è già un successo anche in Francia, Stati Uniti, Spagna, Germania, Canada, Brasile, Polonia, Portogallo, Turchia e Thailandia.




Pagine 352 - Prezzo 12,90



L’agente Darren Iannacci durante una rapina alla National Bank provoca la morte accidentale di un ostaggio e viene radiato dal corpo di polizia di Chicago. Si trasferisce in Canada con la sua famiglia per cambiare vita, ma un giorno, in un bosco adiacente al fiume Peace River, Darren si imbatte nel cadavere di una ragazza e in un fiore che sembra trovarsi in quel posto non a caso. Si tratterà solo del primo di una lunga serie di omicidi con un solo filo conduttore: Isaac Mood, l’uomo senza volto dal passato incenerito nel fuoco.




Pagine 320 - Prezzo 12,90


Maurizio, trentenne milanese, ha perso il suo lavoro a seguito della crisi del 1992. È in terapia per imparare a controllare la rabbia e per capire se suo fratello Samuele sia la causa dei suoi problemi, e da anni è fidanzato con Carol, ma le nozze sono state rinviate a una data imprecisata. La vita scorre monotona fino a quando Maurizio non incontra Isabel. E si innamora. Tra continue bugie, ardenti passioni e penetranti sensi di colpa, Maurizio giungerà a scoprire che nella vita della sua nuova amante si nascondono un segreto e un’importante decisione da prendere, che potrebbero far da contrappeso a quel terribile fardello che lui si trascina dietro da tutta la vita.





Pagine 384 - Prezzo 12,90


La microbiologa Rebecca de Cardinale lavora in un laboratorio all’avanguardia. In occasione di un convegno internazionale ad Assisi, l’amministratore delegato di una multinazionale alimentare muore a causa di un virus sconosciuto. Aiutata dal suo fidanzato Alessandro Vinci, un ex agente segreto, Rebecca comincia a indagare e scopre che il virus sta per essere venduto come arma biologica alle potenze mondiali.

L'uomo che inseguiva i desideri di Phaedra Patrick Recensione

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Buongiorno! Grazie alla Garzanti ho letto un romanzo che dopo tanti protagonisti giovani e scapestrati che hanno popolato le mie letture, si avvale di Arthur, un giovane settantenne dolce e simpatico che però non è riuscito a superare molto bene la perdita della moglie. Proprio con il ritrovamento di uno strano oggetto che parte un intricato viaggio alla ricerca di se stessi e della felicità in L'uomo che inseguiva i desideridi Phaedra Patrick.



Titolo: L'uomo che inseguiva i desideri
Autore: Phaedra Patrick
Editore: Garzanti
Genere: Romanzo
Pagine: 277
Prezzo: 16,90
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TRAMA


Da un anno, ogni mattina, Arthur Pepper si sveglia alle sette e compie con esattezza gli stessi gesti. Si veste seguendo un ordine preciso, mangia una fetta di pane tostato, poi alle otto e mezzo si mette a sistemare il giardino. Questo è l’unico modo per superare il dolore per la perdita dell’amata moglie, Miriam, dopo tutta una vita passata insieme. Solo così gli sembra di poter fingere che lei sia ancora con lui. Ma il giorno del primo anniversario della sua scomparsa, Arthur prende coraggio e decide di riordinare gli oggetti di Miriam. Nascosta tra gli stivali, vede improvvisamente una scatolina. Dentro c’è un braccialetto con dei ciondoli: sono a forma di tigre, fiore, elefante, libro e altri piccoli oggetti. L’uomo sulle prime è perplesso; la moglie non indossava gioielli. Ma poi guarda con più attenzione e si accorge che su un ciondolo è inciso un numero di telefono, che Arthur non può fare a meno di chiamare subito. È l’inizio della ricerca e delle sorprese. Seguendo i ciondoli Arthur compie un viaggio che lo porta su un’assolata spiaggia di Goa che ha visto la donna giocare con un bambino indiano, a Londra da un famoso scrittore, in un’accademia d’arte dove è custodito un ritratto di Miriam da giovane, a Parigi in una raffinata boutique, in un castello della campagna inglese dove incontra una tigre, e in tanti altri luoghi che non aveva mai visitato. Un viaggio che gli fa scoprire una Miriam sconosciuta, ma che ha ancora tanto da insegnargli. E gli ricorda che l’amore è sorprendersi ogni giorno, per tutta la vita e anche oltre. L’uomo che inseguiva i desideri è un caso editoriale straordinario. Conteso in tutto il mondo, è stato venduto in oltre venti paesi. Ha scatenato l’entusiasmo dei librai che l’hanno letto in anteprima e che l’hanno già proclamato il libro dell’anno. Una favola piena di magia sull’amore e la gioia di sorprendersi ogni giorno, anche per le piccole cose.

















L’uomo che inseguiva i desideriè un romanzo adatto a tutte le età, una di quelle storie dalla copertina avvolgente e magica, con i colori tenui e sognanti, in grado di farti riflettere e al contempo immaginare cosa sia capace di fare l’amore, quando è vero e profondo.

Non abbiamo protagonisti giovani né tantomeno scapestrati, questa volta conosciamo un settantenne malinconico e solo, Arthur Pepper che, dopo la perdita recente della moglie, non riesce a darsi pace vivendo continuamente preda dei ricordi e della memoria. Una vita intera divisa con Miriam e all’improvviso a causa di una malattia, la donna gli viene strappata via senza che lui possa opporsi.
Ogni mattina Arthur si alzava alle sette e mezzo precise, come quando la moglie Miriam era ancora viva. Si faceva la doccia e indossava i pantaloni grigi, la camicia azzurra e il gilet color senape preparati la sera prima. Si radeva e scendeva al piano inferiore.
Questa è la vita, questo è il senso mancante di un’esistenza che vive di vita e di morte. Arthur ha anche due figli, Lucy e Dan che però lo hanno decisamente lasciato solo e afflitto nel proprio dolore. Entrambi si sono costruiti una vita e sembrano non voleresapere nulla del padre.

I giorni passano tutti uguali e l’assenza di Miriam è qualcosa a cui l’uomo non riesce proprio ad abituarsi, ecco perché l’unico rimedio che trova a tanta nostalgia e incapacità di andare avanti è la routine, ossia compiere tutti giorni e alla stessa ora una serie di azioni che gli rendono meno dolorosa l’assenza della moglie.
Quando ero insieme a lei non avrei voluto essere con nessun altro al mondo. Non mi sono mai chiesto se fosse quella giusta, perché in realtà non c’era nessun’altra.
Alzarsi, annaffiare le piante, mangiare toast sono tutte cose che sembrano banali e anche superflue eppure in quella meccanicità apparentemente inutile si nasconde l’unica àncora di salvezza per il povero Arthur, un uomo che anche soltanto respirando, dimostra la propria devozione ed adorazione per la moglie.
Un giorno però, come nelle fiabe più tradizionali, l’uomo scopre un braccialetto con tutta una serie di ciondoli che era nascosto tra le cose di Miriam.
Un oggetto di cui lui non era a conoscenza ma soprattutto che non aveva mai visto indossare alla donna.
In Arthur scoppiano una serie di dubbi che non trovano pace. Cosa rappresentano tutti quei simboli e perché la moglie gli teneva celato un simile oggetto?

L’uomo comprende che dietro quella scoperta deve nascondersi qualche segreto che aveva a che fare con Miriam e con tutto quello che la donna non gli ha mai rivelato.
E’ così che la vita dell’uomo si trasforma in un viaggio attraverso Londra, l’India e Parigi, incontrando nuove persone e improbabili animali, al fine di scoprire una parte della vita della donna che ha sposato assolutamente sconosciuta.
Salvo che nulla sarebbe mai più tornato alla normalità, perchè quella ricerca gli aveva smosso qualcosa dentro. Non si trattava più soltanto di Miriam. Adesso lo riguardava direttamente.
Ovviamente l’amore che prova per lei subisce attimi di turbamento soprattutto quando comprende che ci sono state molte cose non dette e allora come affrontare quei segreti, quella mancanza di fiducia e quella sorta di estraneità che Arthur comincia a provare nel momento in cui comprende che Miriam non era esattamente come lui immaginava che fosse?

Insomma ci sono molti pezzi mancanti in questo puzzle di cui sicuramente il centro focale è Arthur con la sua deliziosa e delicata personalità, con la sua fiducia e con la sua anima pulita e calorosa. I suoi sentimenti che si scontrano contro ostacoli terribili e apparentemente inimmaginabili ma capaci di sopravvivere anche alle tempeste più feroci perché il vero senso di questa storia è la sopravvivenza e la vita stessa.
Aveva bisogno di una scossa, di qualcosa che lo facesse evadere dalla prigione dorata che si era costruito.
Arthur deve imparare a vivere anche senza Miriam, deve scoprire ancora tante cose di sé che non pensava potessero esistere, deve mettersi alla prova e soprattutto deve capire che la vita non finisce a settant’anni ma che ogni momento della nostra esistenza è un miracolo e come tale, non va mai sprecato ma vissuto fino in fondo.
Lo stile dell’autrice è fluido e scorrevole, grazioso e delicato, capace di descrivere un personaggio a cui è impossibile non affezionarsi. Arthur crea subito empatia nel lettore che comprende e sente a pelle la sua dedizione e il suo coraggio nel credere in quell’amore anche se in parte straniero e difenderlo fino alla fine. Quanti di noi ne sarebbero capaci? Leggete L’uomo che inseguiva i desideri e lo scoprirete.


Lo sbaglio più bello della mia vita di Katie Cotugno Recensione

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Buongiorno cari lettori! Grazie alla Sperling&Kupfer ho letto la nuova versione digitale di Lo sbaglio più bello della mia vita di Katie Cotugno uscito a Luglio. Una storia davvero molto intensa che per istinto sapevo mi avrebbe conquistato. Lo consiglio ad occhi chiusi a tutte le amanti delle storie d'amore complicate e profonde, quelle che sopravvivono agli anni, la cui fiamma non smette di ardere. 



Titolo: Lo sbaglio più bello della mia vita
Autore: Katie Cotugno
Editore: Sperling&Kupfer
Genere: New Adult
Pagine: 288
Prezzo: eBook 3,99
Uscita: Luglio 2016
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TRAMA


Questa è una storia d'amore. Ma non è la solita favola. Non parla del primo bacio. Non parla del primo appuntamento. Non parla del colpo di fulmine che arriva a un tratto ad aggiustare tutto. Parla di Reena, che da sempre è innamorata di Sawyer e pagherebbe per un suo sguardo. E parla di Sawyer, che un giorno all'improvviso si accorge di lei e la trascina in una storia bellissima, tormentata, imprevedibile. E un altro giorno all'improvviso se ne va, senza una parola, lasciandola sola con i suoi sedici anni, i suoi sogni infranti e una bambina in arrivo. Reena voleva andare all'università, girare il mondo, diventare una scrittrice. Invece abbandona la scuola, resta in città e diventa mamma. Una scelta coraggiosa, di cui non si pentirà mai, perché la piccola Hannah è la cosa più bella che le sia mai capitata. Anche se nei suoi occhi rivede ogni giorno quelli del ragazzo che le ha spezzato il cuore. Poi, dopo tre anni, ecco che Sawyer torna dal nulla a sconvolgerle l'esistenza. Proprio quando Reena stava provando a vivere una nuova storia, proprio quando stava mettendo in pratica tanti buoni propositi (essere forte, odiarlo, dimenticarlo), lui è di nuovo lì, con quelle labbra e quelle mani irresistibili, pronto a incrinare la sua rabbia e il suo orgoglio, a far riaffiorare quel sentimento che lei ha fatto di tutto per spegnere. Così. Come se il cuore di Reena fosse un giocattolo da smontare e rimontare. Come se fosse scontato perdonare e concedere una seconda possibilità. Come se per imparare ad amare fosse necessario farsi del male. Sbagliare e riprovare. Come se Reena e Sawyer stessero vivendo una vera storia d'amore.


















Lo sbaglio più bello della mia vitaè una storia complessa e piena di emozioni. Reena e Sawyer sono i protagonisti di un legame che supera le barriere del tempo e che si evolve in modo diverso, almeno apparentemente.
Si conoscono fin da bambini, sono cresciuti insieme, accanto alla migliore amica di Reena, Allie,imparando tutti i segreti l’uno dell’altra.

Cover originale
Ma qualcosa sconvolge il loro equilibrio quando, ormai adolescenti, Allie e Sawyer si mettono insieme, distruggendo tutti i sogni d’amore di Reena.
La giovane donna è l’esatto opposto di Allie: è silenziosa, taciturna, scostante, la chiamano la regina di ghiaccio non a caso. E’ difficile avvicinarla, è complicato parlarle e suscitare il suo interesse eppure un ragazzo che le fa battere il cuore c’è e si chiama Sawyer LeGrande. Allie conosce la natura dei sentimenti che l’amica prova per il ragazzo ma questo non le impedisce di iniziare una relazione con lui.

I tre si ritrovano fin troppo spesso vicini anche se il rapporto tra le due ragazze subirà un raffreddamento consistente che porterà ad una rottura totale.
La narrazione si basa su due filoni temporali diversi: da un lato abbiamo la descrizione del passato, di quando Reena, Allie e Sawyer erano adolescenti mentre dall’altro il racconto dell’oggi, di Reena che vive con la sua famiglia e che lavora nel ristorante del padre e di Sawyer che dopo una lunghissima assenza torna dal nulla per riportare scompiglio nella vita di tutti.
Non riuscivo a capire perché mi sentivo così con lui: com’era possibile che mi rendesse allo stesso tempo infelice e felice?
La morte di Allie avvenuta molti anni prima, proprio quando Reena e Sawyer si stavano avvicinando, crea una crepa che il tempo non riuscirà a sanare.
Nonostante questo, i due attratti da uno strano legame fatto di passione e tormento non riescono a stare lontani, e iniziano una altalenante relazione che mette in evidenza ancora di più quanto sia complicato e sbagliato il carattere di Sawyer. Lui è un ragazzo scapestrato, uno che non sembra avere uno scopo, che si droga e beve, che tiene a Reena ma in un modo tutto suo. Parla molto poco e non si riesce a capire fino a che punto voglia che la loro relazione vada avanti. D’altro canto anche lei è un enigma davvero difficile da decifrare. Dopo la morte dell’amica, gran parte delle sue certezze cadono a pezzi ed in più c’è il rapporto con il padre che non approva la sua relazione con Sawyer e l’abbandono della madre avvenuto molto tempo prima. Ho apprezzato molto il suo personaggio per la sua forza e per il suo coraggio, per l’incapacità di non abbattersi e di cercare una soluzione anche alla situazione più disastrata.

Il presente racconta di una Reena ormai maggiorenne che deve occuparsi di una bambina, la figlia di Sawyer che è cresciuta all’insaputa del padre, curata soltanto dall’affetto di una madre fin troppo giovane per affrontare tutto da sola. Eppure Reena ci riesce, conquistando completamente il mio cuore. E’ ormai una donna con le sue debolezze e le sue fragilità, tenta invano di costruire qualcosa che possa almeno sollevarla dalla delusione di non aver potuto inseguire i suoi sogni che coincidevano con il viaggiare per il mondo. Ma tutta la sua forza e la sua freddezza decadono miseramente quando si trova di nuovo Sawyer davanti.
La verità è che vuoi tenere a distanza me per primo. Non mi hai mai permesso di avvicinarmi più di tanto. E adesso mi tratti con sufficienza, convinta che me lo meriti, forse a ragione, ma stavolta non te la cavi così. Mi hai sentito, Reena? Voglio più di questo.
I momenti del presente che passano insieme sono fatti di scontri e di incontri al limite della razionalità. Le tremano ancora le gambe quando se lo trova davanti e la voglia di baciarlo non ha mai abbandonato le sue labbra. Sawyer è da sempre l’unico ragazzo che abbia mai amato e che ama ancora, in modo nascosto, celato, protetto, un modo con cui cerca di leccarsi le ferite che ancora sanguinano.

Sawyer è protettivo, caldo, costante, la vuole ancora, anzi non l’ha mai voluta come adesso ma Reena ha paura, per lei e per la bambina, ha paura di pensare ad un futuro che rischia di non esistere.

Lo sbaglio più bello della mia vita non fa sconti di emozioni. E’ una storia che si alterna tra descrizioni particolareggiate della psicologia dei personaggi e momenti in cui è capace di tuffarti in un universo di sofferenza ma anche di tanto amore.
Aspetta! Fui sul punto di urlare. Ma non lo feci. Quello fu 


L’amore di Reena così intenso e duraturo per un ragazzo da tutti considerato sbagliato e che lei non smette un attimo di volere. Sawyer è da capire, nel senso che all’inizio sembrerà il bastardo di turno ma la bellezza del romanzo sta proprio nello scoprire lentamente quanto anche lui in parte sia innocente e che l’errore, lo sbaglio, appunto, sta da entrambe le parti.

Katie Cotugno usa uno stile fresco, giovanile, approcciabile ma anche capace di fare leva sulle sensazioni, e sui colpi al cuore. Non nascondo che il finale mi ha sorpreso e mi ha così emozionato da scapparci una lacrima.
E’ una storia che parla di amore ma soprattutto di sogni, di attese, di speranze e di coraggio.
Lo sbaglio più bello della mia vitaè una storia che scalda e tiene compagnia lasciandoti qualcosa dentro che sarebbe uno sbaglio, davvero, non vivere sulla propria pelle.

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