Buon venerdì cari lettori! Grazie alla Neri Pozza ho letto un romanzo gotico nel quale si respira aria di fantasmi e maledizioni! Un genere che mi mancava molto leggere! Dovete sapere che io amo questo tipo di narrazioni e con Lo Stradivari perduto di John Meade Falkner mi sono rifatta gli occhi e la mente con una storia piena di fascino dannato!
Titolo: Lo Stradivari perduto
Autore: John Meade Falkner
Editore: Neri Pozza
Genere: Gotico
Pagine: 160
Prezzo: 14,50
Uscita: Settembre 2016
Genere: Gotico
Pagine: 160
Prezzo: 14,50
Uscita: Settembre 2016
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TRAMA
Nel 1842, come ogni giovane di belle speranze proveniente da Eton, John Maltravers frequenta l’Università di Oxford, iscritto a uno dei più antichi college inglesi, il Magdalen Hall. Nelle ore libere dagli studi coltiva la sua grande passione: la musica. Valente violinista, si esercita spesso nel suo appartamento, accompagnato al pianoforte da William Gaskell, studente al New College ed eccellente pianista. In una notte insolitamente calda, quando Gaskell ha appena lasciato il Magdalen Hall, sfogliando gli spartiti lasciati sul tavolo dall’amico, John è attratto da una copia manoscritta di alcune suite, redatta a Napoli nel 1744. Seguendo uno di quei misteriosi impulsi che sfuggono al controllo della ragione, posa lo spartito sul leggio, toglie il violino dalla custodia e comincia a suonare l’Areopagita, l’unica suite del libro che ha il pregio di un titolo. Alle battute iniziali di un’aria piena di brio, sente dietro di sé un cigolio proveniente da una vecchia poltrona di vimini. Un po’ divertito, un po’ seccato, senza volgere lo sguardo, conclude l’aria, chiude lo spartito e va a dormire. Qualche tempo dopo, alle prime luci dell’alba di una notte insonne – sotto l’effetto esaltante dell’incontro serale con la bella Constance Temple – dopo aver suonato con incomparabile slancio l’inizio della suite, attaccando di nuovo quell’aria, John riavverte quel rumore sinistro, seguito stavolta da una sensazione inconsueta e sconvolgente. Volge lo sguardo e, nella luce argentea del mattino, scorge, seduta sulla poltrona di vimini, la sagoma di un uomo…
Lo Stradivari perdutoè un romanzo pubblicato nel 1895 ed è una storia gotica molto affascinante che ha come protagonista assoluta la musica.
Lo stile dell’autore è improntato ad un tipo di scrittura del passato, con descrizioni minuziose dei luoghi e del tempo che lo rendono un perfetto romanzo storico. Ci troviamo in Inghilterra in una delle università di Oxford ed il protagonista è John Maltravers, un ragazzo aristocratico che condivide alloggio e passione per la musica con William Gaskell.
Lui suona il violino mentre l’altro il pianoforte. Le atmosfere sono da subito cupe e sinistre in quanto la musica già da subito s’impone come protagonista quasi in carne ed ossa di una vicenda soprannaturale che ha a che fare con i fantasmi.
Voglio dire che quest’uomo o spirito d’uomo è stato seduto qui una sera dopo l’altra, e noi non siamo riusciti a vederlo perché abbiamo la mente opaca o ottusa. Ieri notte la virtù esaltante di una forte passione come quella che mi hai confidato, associata al potere di una bella musica, ha reso talmente acuto il tuo intelletto da farti acquisire, diciamo così, un sesto senso che ti ha permesso di vedere quello che prima era rimasto invisibile.
John trova uno spartito con una strana musica intitolata Areopagita. Ogni volta che la suona sente dietro di sé un rumore piuttosto inquietante: come se qualcuno si sedesse sulla sedia di vimini per ascoltarlo suonare.
La situazione si ripete e allo stesso tempo l’ansia e l’angoscia assalgono il protagonista che si sente sempre più attratto da questa musica molto particolare che ha a che fare con un’invocazione del Male.
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Cover originale |
Colui che l’ha scritta aleggia nell’aria come aleggiano nell’atmosfera inquietanti maledizioni e oscuri incantesimi che mi hanno inevitabilmente ricordato Lo strano caso di Charles Dexter Ward di H.P. Lovecraft, uno dei miei autori preferiti. Anche in quel caso, il protagonista è affascinato e le sue azioni sono possedute da una losca figura che arriva da lontano. Joseph Curwen, che non è un fantasma in senso tradizionale e non è neanche un essere umano, è una creatura assolutamente terrificante e orrorifica in perfetta sintonia con lo stile dannato e tenebroso di Lovecraft.
Lo Stradivari perdutoè più soft da questo punto di vista. Potrebbe essere considerato come una classica storia di fantasmi e di maledizioni. Pensando al violino e ad atmosfere magiche e sinistre mi è venuto in mente anche Il violino nero di Maxence Fermine, poichè anche lì il protagonista è uno Stradivari.
Tutti i poeti, e la maggior parte dei prosatori, ti diranno che non hanno mai la mente così fervida, il senso della bellezza e delle proporzioni così affinato, come quando ascoltano o la musica prodotta dall’arte dell’uomo, o quella della natura in certi suoi toni più grandiosi.
Il clima è antico e quasi leggendario. Le figure sono a sé stanti, padroni della scena e in grado di accompagnare il lettore in un turbine di accadimenti che somigliano molto ad una vera e propria discesa verso gli inferi.
John non potrà nulla contro quel fascino maledetto e ancestrale che lo condurrà su un sentiero oscuro e impraticabile perdendo il senno e la ragione.
E’ tutto giocato sulla musica, sul suo potere, sull’arte del suono e sulla sua capacità di creare armonie e costruire emozioni. La musica è potenza ma anche genio. E’ follia ma anche logica che è capace di innalzare l’uomo dal suo stato animale ed avvicinarlo alle più alte forme della percezione.
Credo di aver percepito una confusa immagine di quello spirito malvagio e bandito che aspettava da cent’anni nell’oscurità, finchè non lo avevano richiamato i dolci toni della musica italiana e il ritmo vivace dell’Areopagita che aveva amato tanto tempo prima.
La musica, i suoni, rappresentano la dannazione come la beatificazione, il profano come il miracolo e questo breve romanzo gioca molto proprio su questo confine.
Lo Stradivari perdutoè una lettura che consiglio a chi ama le atmosfere dark, grottesche, gotiche, dove aleggiano fantasmi e strambe maledizioni. Storie in cui si percepisce la paura ed il timore che ti sfiorano con carezze oblique.
Una lettura perfetta per l’autunno e l’inverno alle porte, quando fuori piove e il vento annuncia la sua inquietante e sibilante presenza. La copertina esprime al meglio il contenuto del testo che nonostante abbia un linguaggio datato, riesce a trasmettere ciò che è necessario: la curiosità e l’interesse per un mondo che non smette di affascinare grazie alla sua imperturbabile inafferrabilità.